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2 CRITERI DI INTERVENTO NEL SOCCORSO AL POLITRAUMATIZZATO (1^parte)
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Corrado Cancellotti
Aiuto Anestesia-Rianimazione - S. Agostino 8/h - 06024 Gubbio
Cancellotti@infoservice.it
Riassunto: il
trattamento preospedaliero del politraumatizzato costituisce un
momento cardine nel ridurre la morbidita e la
mortalita di tale patologia complessa. La metodologia
dellapproccio, rapida ma non per questo superficiale,
laspetto valutativo tenuto sempre in primo piano, la
capacita di interpretare in maniera critica
levoluzione del quadro clinico, nonche quella di
intervenire con manovre di emergenza essenziali al fine di
ottenere una stabilizzazione, lattenzione al particolare,
costituiscono i caposaldi del trattamento "sul
terreno". Il lavoro vuole essere una revisione metodologica
sullapproccio al politrauma, cercando di identificare i
momenti e le procedure critiche dellintera fase
extraospedaliera.
Parole chiave : trattamento preospedaliero
del trauma, procedure di emergenza, stabilizzazione del paziente
Summary :
the prehospital trauma care is very important to cut down the
morbidity and mortality . The approach, rapid and absolutely no
superficial, togheter the careful clinic evaluation and setting
essential emergency manoeuvres are the basis of the treatment
"on the field" to stabilize the patient. This review
tries to make clear the rules and critical procedures in the
prehospital trauma care.
Key words : prehospital trauma care,
emergency procedures, patients stabilization
Introduzione
Puo sembrare scontato ma
e lecito definire il paziente politraumatizzato come il
ferito con due o piu lesioni traumatiche gravi associate a
deficit di circolo, respiratorio e/o di coscienza.
Altrettanto scontato e ricordare che la patologia
traumatica costituisce la prima causa di morte nella popolazione
di eta inferiore ai 45 anni ; il 75% dei decessi si
verifica in seguito ad incidenti stradali mentre il rimanente 35%
accade in occasione di incidenti sportivi, domestici o sul
lavoro. 14 Solo in Italia nel biennio 1990-91 sono
stati registrati 339.647 incidenti stradali, per un totale di
453.805 feriti e 13.925 morti. 17
Schematicamente la mortalita per patologia traumatica presenta 3 picchi di incidenza :
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Morbilita e mortalita
post-traumatiche possono essere influenzate da un trattamento
finalizzato alleliminazione delle cause dei decessi
precoci, in particolare esse risultano influenzate da almeno due
fattori, quali la qualita delle cure prestate direttamente
sul luogo dellincidente ed il tempo intercorso tra
levento e le cure definitive in un centro idoneo.
Quindi occorre elaborare e rendere operativo un sistema in grado
di garantire :
MODELLI OPERATIVI NEL SOCCORSO EXTRAOSPEDALIERO
- L estricazione
- L asportazione del casco
- Valutazione primaria
- L immobilizzazione precoce
L estricazione |
Le manovre di estricazione possono
rendersi necessarie o per una condizione di non collaborazione
del paziente (estricazione propriamente detta) o per una evidente
lesione cervicale o anche semplicemente un sospetto di lesione
(estricazione di protezione).
Inoltre le condizioni del paziente possono deteriorarsi per
lincarcerazione di arti nel veicolo, per emorragie evidenti
o meno, per limpossibilita di accesso, di
monitorizzazione, di soccorso. Infatti lair-bag e/o cinture
di sicurezza limitano il danno da contatto (dovuto al brusco
incremento della velocita di impatto) non quello da
intrusione (derivante dalla forza durto esercitata sulla
struttura del veicolo) responsabile dei fenomeni di
incarceramento. In queste condizioni dunque, fino a quando non si
e effettuata lestricazione, solo misure semplici e
diverse da situazione a situazione, possono essere intraprese al
fine di evitare il danno secondario derivante da ipossia,
ipovolemia, ipercapnia, ipotermia, lesioni midollari.
Da aggiungere anche, che in situazioni particolari si pone
lindicazione ad una estricazione rapida come in caso di
arresto cardio-circolatorio, grave rischio ambientale, traumi
penetranti emodinamicamente instabili. In queste circostanze
e consigliata la manovra di Reutek che puo presentare
un approccio laterale o posteriore.
E effettuata da un unico soccorritore che si pone, nel
primo caso, a lato del ferito facendo passare il proprio arto
superiore destro dietro le spalle dellinfortunato, sotto
lascella destra del medesimo ad afferrare la mano sinistra.
Laltro braccio, fatto passare al di sotto dellascella
sinistra va ad afferrare ed immobilizzare la branca mandibolare.
Lestrazione avviene facendo compiere preventivamente una
rotazione sul sedile cosi da presentare il paziente con le
spalle alla portiera.
Nel secondo caso il soccorritore si pone dietro al ferito facendo
sempre passare il proprio arto superiore destro sotto
lascella destra dellinfortunato ad afferrare la
mandibola. Larto superiore sinistro del soccorritore viene
posto sotto lascella sinistra della vittima e va ad
afferrare il polso destro che sostiene anche lavambraccio
sinistro della vittima. Lestricazione avviene trazionando
verso lalto il paziente, mantenendo sempre la testa e il
torace ben aderente al corpo del soccorritore.
In situazioni particolari infine e opportuno il ricorso al roll-over, caratterizzato da una serie combinata di manovre da attuarsi per ottenere lallineamento della vittima , allorche venga reperita in posizione diversa da quella supina. Necessita la tecnica di quattro soccorritori: un team leader che si posiziona alla testa e la immobilizza, un primo soccorritore che si posiziona a contatto con il dorso del paziente e pone una mano a contatto della spalla e laltra a contatto del bacino, un secondo soccorritore che si porta a fianco dellultimo con una mano a livello del bacino e laltra sulla cosscia. Infine lultimo soccorritore si pone a livello dei piedi e li mantiene allineati, effettuando una modica trazione. La rotazione avviene su comando del team leader, il fulcro e costituito dallo stesso e dallultimo soccorritore, il "motore" dai soccorritori rimanenti.
L asportazione del casco |
Un soccorritore esegue immediatamente la stabilizzazione manuale del rachide facendo presa sul casco stesso, mentre un altro rimuove la visiera e slaccia il sottogola, quindi inserendo una mano sotto il collo e laltra sul viso con il pollice e lindice sulle arcate zigomatiche e il mignolo che sorregge la branca orizzontale della mandibola sostituisce il collega nella stabilizzazione del rachide.
Il collega a questo punto
puo rimuovere il casco, prima lo allarga, quindi lo sfila
allaltezza dei padiglioni auricolari, eseguendo poi una
rotazione verso lavanti, lo rimuove ; nel caso di un
casco integrale la stabilizzazione del rachide viene eseguita
posizionando la mano in corrispondenza delle due branche
orizzontali della mandibola, il cassco deve quindi essere sfilato
fino al naso per farlo ruotare anteriore per evitare che il naso
possa incastrarsi sulla parte inferiore del casco quindi si
procede come precedentemente descritto.
Rimosso il casco il soccorritore che esegue
limmobilizzazione sposta la mano inferiore dal collo alla
nuca ; tale spostamento deve essere eseguito appena la nuca
viene liberata dal casco. Il soccorritore che ha rimosso il casco
va quindi a sostituire il collega, eseguendo
unimmobilizzazione bimanuale del rachide permettendogli di
posizionare il collare cervicale.
Valutazione primaria |
Laspetto principale e quello ricognitivo, ovvero di controllo primario del paziente al fine di approntare le terapie rianimatorie piu idonee. In ogni caso la finalita e quella di perfondere al meglio i tessuti con sangue ben ossigenato. In caso di arresto cardio-respiratorio vanno intraprese le manovre rianimatorie consuetudinarie soltanto se linfortunato non presenta trauma gravi evidenti. Particolare attenzione merita la colonna cervicale la cui lesione va sospettata in tutti i traumi maggiori con il soggetto in stato di incoscienza. E buona norma comportarsi in queste situazioni come se linfortunato fosse portatore di lesione cervicale e quindi usaretutte le precauzioni e cure del caso. | ![]() |
L immobilizzazione precoce |
La posizione
neutra Lassunzione della posizione neutra a livello cervicale, e essenziale nel soccorso e basilare per le procedure di immobilizzazione. E possibile verificarla considerando i seguenti punti :
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In generale,
limmobilizzazione del rachide viene eseguita con il
soccorritore che si pone posteriormente al paziente stesso,
quando questo non e possibile si inserisce una mano
posteriormente alla testa e si immobilizza la nuca, quindi si
pone laltra mano sul volto del paziente il pollice e
lindice in sede zigomatica il medio in corrispondenza della
branca orizzontale della mandibola, tale manovra permette una
buona immobilizzazione del rachide, nel corso di tale manovra
bisogna non appoggiare il gomito della mano che cinge la testa
sul torace del paziente.
Con il paziente in posizione supina e necessario che
limmobilizzazione avvenga con il soccorritore sdraiato alle
spalle del paziente con entrambe le mani che immobilizzano il
collo con i pollici in corrispondenza dello zigomo. (la posizione
sdraiata e quella che affatica meno il soccorritore e
permette di eseguire e mantenere una posizione piu stabile,
tale manovra non deve essere particolarmente violenta in quanto
in corrispondenza della porzione laterale del collo passa il
fascio vascolonervoso).
Il collare cervicale funzione e posizionamento
Il posizionamento del
collare cervicale deve essere preceduto da una
valutazione della zona in cui questo verra posto. Il collare serve ad evitare la compressione del rachide cervicale ricordando che ogni movimento del paziente puo ripercuotersi sulla stabilita di tutto il rachide. I collari cervicali a seconda del tipo poggiano inferiormente sulle spalle o sulle spalle e il dorso. I collari superiormente poggiano sulla porzione inferiore del ramo orizzontale della mandibola. La funzione principale e quella di ridurre il carico del rachide. La funzione secondaria e quella di impedire i movimenti del rachide (si evitano le lesioni da scomposizione di fratture o sezione del midollo da dislocazione vertebrale) Posizionato il collare cervicale e necessario controllare che non si sia venuta a creare una compressione tracheale, inoltre e necessario avere sempre a disposizione un aspiratore (per proteggere le vie aeree da eventuali episodi di vomito o per prevenire uninsufficienza respiratoria da ostruzione secondaria alla presenza di secrezioni o sangue). |
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Molto importante e la valutazione delle dimensione del collare. E corretto misurare la distanza tra la sommita delle spalle (muscolo trapezio) e la porzione inferiore del mento. Questa costituisce la key dimension che va trasferita al collare posizionando le dita lateralmente, a livello delle finestre di dimensionamento, con la parte inferiore delle medesime sul margine inferiore del collare cosi da identificare il limite superiore a livello della finestra adatta. Si aggiusta il supporto del mento sino alla dimensione corretta e si fissano entrambe le parti del collare.
Nel caso di impossibilita al posizionamento del collare cervicale e necessario eseguire unimmobilizzazione nelle condizioni in cui si e trovato il paziente. Un soccorritore blocca il rachide cervicale, un secondo blocca il rachide toracico (una mano sul torace ed una sulla schiena ) sposta in avanti, leggermente il paziente. Si inserisce lasse spinale, quindi si blocca il torace, laddome per ultima la testa. La testa viene bloccata posizionando lateralmente due cuscini, o rotoli, un soccorritore esegue il blocco anteriore del rachide cervicale ; il soccorritore che in un primo tempo ha eseguito il blocco posteriore adesso esegue il fissaggio della testa sullasse spinale. In relazione alla posizione assunta dal paziente si possono usare cuscini di diverse dimensioni per effettuare una migliore immobilizzazione.
Utilizzo dellasse rigido di sostegno lungo
Unadeguata
immobilizzazione del rachide impedisce ogni movimento
della testa in qualsiasi direzione. Il collare cervicale
non e sufficiente alla immobilizzazione in toto del
rachide cervicale, per cui deve essere impiegato in
associazione a dispositivi; limpiego di tali
attrezzature e anche legato alle condizioni in cui
il paziente si trova al momento del soccorso : in
linea di massima se sdraiato si impieghera
lasse spinale, se seduto il KED o altre
attrezzature similari. Per impedire il movimento del rachide in toto verso il basso si bloccano le spalle del paziente, per evitare movimenti verso lalto si deve bloccare il paziente sotto le ascelle e/o a livello dellinguine, per evitare i movimenti di lateralita bisogna bloccare il torace trasversalmente e la zona iliaca. |
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Limmmobilizzazione del
torace avviene tramite cinture che passano traversalmente sul
torace o che si incrociano sul torace o tramite spallacci. Le
cinture che bloccano il torace non devono mai essere utilizzate
per bloccare gli arti superiori.
Il malposizionamento delle cinture in sede toracica e addominale
oltre a rendere inefficace limmobilizzazione puo
causare difficolta respiratoria.
In caso di frattura della clavicola e necessario utilizzare
le cinture incrociate in quanto altri tipi di cinture potrebbero
disingranare la frattura stessa con rischio di lesione della
pleura e del polmone sottostante.
Quando si posizionano le cinture addominali queste devono essere
poste trasversalmente sopra le creste iliache e mai in
corrispondenza delladdome superiore.
Le cinture toraciche impediscono prevalentemente i movimenti in
senso verticale, le addominali i movimenti di lateralita.
E possibile il ricorso a un sistema di cinture costituite
da una cinta longitudinale ancorata allestremita
dellasse spinale da altre due , su cui si inseriscono
quattro cinte trasversali, garantendo una maggiore
immobilizzazione del paziente.
Allo stesso scopo e ritenuto valido anche un sistema di
imbragatura per le spalle che si adatta allasse spinale e
che permette una ottima stabilizzazione longitudinale del
paziente, riservando quella trasversale alluso
consuetudinario di normali cinte. Alcuni propongono un sistema di
ancoraggio con due cinte "a spirale".
Eseguita la stabilizzazione del rachide dorsale e lombare si
esegue la stabilizzazione della testa. Durante tutto il periodo
di stabilizzazione il soccorritore che regge il capo non
abbandona mai la sua posizione, anche dopo avere posizionato il
collare cervicale. Una volta posizionato sullasse spinale
tra la nuca del paziente e la superficie dellasse si viene
a creare uno spazio che deve essere colmato con un cuscino basso
o con dei teli ripiegati. Tali teli o cuscini devono essere posti
sempre dietro la nuca, mai sotto al collo.
Nei bambini, in cui esiste una sproporzione tra le dimensioni
della testa ed il corpo questo rialzo deve essere posto dietro le
spalle. Limpiego delle sole cinture non permettte
unadeguata immobilizzazione della testa, in quanto
potrebbero scivolare, questo anche per la conformazione anatomica
della testa stessa. Per eseguire limmobilizzazione della
testa si utilizzano le zone temporo-parietali della testa stessa
in quanto formano unitamente alla mandibola e agli zigomi una
superficie relativamente piatta.
Le cinghie che bloccano la testa devono permettere sempre
lapertura della bocca e non devono comprimere il collo. La
cintura che immobilizza la fronte per essere correttamente
posizionata deve passare sopra le arcate sopraciliari, la cintura
inferiore invece deve passare in corrispondenza del bordo
inferiore del collare cervicale.
A questo punto si procede al blocco degli arti inferiori. Tale
blocco si inizia fissando i piedi tra loro, si prosegue bloccando
le ginocchia e posizionando le cinghie 10 cm sopra
larticolazione.
Per rendere ancora piu stabile il blocco del paziente
e possibile utilizzare una terza cintura che viene posta
sulle ganbe a circa 20 cm sotto larticolazione del
ginocchio.
Eseguito il fissaggio e necessario controllare la
circolazione degli arti onde prevenire disturbi alla circolazione
stessa legati alla presenza di cinghie troppo strette.
Si possono anche porre lateralmente alla gambe due lenzuoli
arrotolati. Per evitare poi lo scivolamento in avanti del
paziente che talvolta si verifica, e necessario bloccare
anche le mani, fissando i polsi allasse uno per lato,
oppure utilizzando una cintura che passando trasveralmente
sulladdome li blocchi entrambi.
Prima di eseguire il posizionamento del paziente sullasse
spinale bisogna assicurarsi che non vi siano frattue agli arti.
Il materassino a depressione o "materassino conchiglia" e concepito per limmobilizzazione e la contenzione dellintero corpo, realizzando in modo semplice e rapido un blocco unico tra materasso e paziente. E costituito da un sacco impermeabile in tela vulcanizzata o in tessuto sintetico, che misura allincirca 1 m di larghezza e 2 m di lunghezza. Contiene allinterno delle biglie di polistirolo ripartite in scomparti da un sistema di distribuzione che assicura uno spessore omogeneo del materassino. Una valvola permette di creare, grazie alluso di una pompa o di un aspiratore , il vuoto necessario per lindurimento del materassino, che avviene per compattamento delle biglie. Otto impugnature laterali facilitano la presa durante gli spostamenti anche se e considerato un sistema migliore effettuare il trasferimento con il materassino posto su di un asse spinale. Grazie allapplicazione del vuoto e alla compattazione del materiale e possibile immobilizzare, fissare, sollevare, trasportare il paziente in qualsiasi posizione : supina, semiseduta, seduta mantenendo lallineamento della testa, del collo, del tronco.
La barella a cucchiaio e costuita da una struttura metallica tubulare che puo essere allungata da 168 a 291 cm ed e scomponibile longitudinalmente in due parti che vengono fatte scivolare, di lato, sotto al ferito. Una volta che entrambe le componenti vengono agganciate tra loro, si puo sollevare il paziente senza averlo spostato. La manovra in assoluta sicurezza puo essere fatta da un numero minimo di soccorritori (due). La barella, aperta, viene disposta con le due meta lateralmente al paziente con la parte piu larga a livello del capo. Queste vengono fatte scorrere sotto al paziente per essere poi riagganciate. Si consiglia luso di cinte di fissaggio durante il trasporto (almeno tre).Tuttavia e conveniente, per maggior sicurezza, trasferire il ferito su una tavola spinale e con questa operare il trasporto. | ![]() |
Utilizzo dellasse rigido di sostegno corto e dei dispositivi di estricazione flessibili
In alcune situazioni un paziente con una possibile lesione spinale non puo essere immediatamente assicurato a unasse lunga di sostegno spinale. Ad esempio il paziente potrebbe essere seduto su un veicolo, oppure se disteso, potrebbe essere necessario farlo sedere, per liberarlo o ancora linfortunato potrebbe semplicemennte trovarsi in uno spazio troppo angusto per utilizzare una tavola spinale.
In queste situazioni il
paziente potra essere assicurato a unasse corta di
sostegno o a un dispositivo di estricazione fino a quando
non potra essere trasferito su unasse spinale
o dispositivo analogo.Unasse corta di sostegno non
e altro che una versione ridotta di una tavola
spinale. E caduto in disuso luso della medesima in relazione alla struttura dei sedili delle auto attuali "a panca" o "a poltrona" i cui schienali arrotondati permettono un uso difficoltoso di unasse piatta. |
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Piu utilizzati sono
dispositivi a corpetto costituiti da una attrezzatura
flessibile che ben si adatta alla immobilizzazione di
pazienti con possibili lesioni alla colonna cervicale. Sia che si utilizzi un'asse corta di sostegno che un dispositivo flessibile di estricazione e necessario che le operazioni vengano eseguite secondo un ordine ben preciso, assicurando in genere prima il tronco e per ultimo la testa. Questo approccio consente di mantenere una maggiore stabilita durante tutto il processo di immobilizzazione e contribuisce a prevenire una possibile compressione della colonna cervicale.Prima di posizionare ogni dispositivo e necessario valutare la schiena, le scapole le braccia e le clavicole e verificare eventuali lesioni. |
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In caso di utilizzo di cinghie con fibbie, queste non dovrebbero esser posizionate al centro dello sterno, in quanto potrebbero interferire con un corretto posizionamento delle mani qualora si renda necessaria una rianimazione cardio-polmonare.
Altra accortezza: non devono mai
essere applicati sottogola dato che possono impedire al paziente
lapertura della bocca in caso di vomito.
E buona norma fissare secondo una sequenza prestabilita le
cinghie, prima in genere si allaccia la cinghia centrale del
corpetto, poi quella inferiore, quindi quelle delle gambe, per
ultima la cinghia superiore. Si procede poi al fissagio del capo
alle alette del dispositivo.
Controllo delle vie aeree |
Se si rende necessaria l'intubazione, questa puo' essere effettuata per via oro o naso tracheale ; nei gravi traumi cranio-facciali va preferenzialmente scelta la via orotracheale, dato che l'altra via puo' facilitare l'entrata in fossa cranica posteriore (qualora vi sia lesione a questo livello, che puo' essere so-spettata dalla presenza di otorragia o otoliquorrea).
Per confermare il corretto posizionamento del tubo si ricorre alla valutazione ascultatoria che puo' essere integrata da particolari device : EDD (Esophageal Detector Device) e EASY CAP (rilevatore colorimetrico di CO2). Il primo ( costituito da una siringa dotata di un adattatore da 15 mm per tubo endotracheale (AMBU Tube Check) o da un bulbo di rilevazione, sempre dotato di connettore da 15 mm per il collegamento al tubo endotracheale (AMBU Tube-check-B) sfrutta le differenze anatomiche presenti a livello esofageo e tracheale. Nel primo caso le pareti esofagee essendo molli, collabiscono allorche si aspira con la siringa e si crea il vuoto. Non cosi' succede se il tubo e' posto in trachea e cio' e' dovuto alle pareti tracheali che, presentando l'impalctura cartilaginea, non collabiscono. | ![]() |
L'EASY CAP e' invece un
dispositivo monouso che fornisce una misurazione
semiquantitativa della CO2 . Un indicatore chimico
reagisce istantaneamente con la ETCO2 variando il proprio
colore durante la fase espiratoria. Il colore appare
nella parete centrale del dispositivo, viene comparato a
una scala colorimetrica di riferimento presente
all'intorno della camera di lettura e composta da tre
settori con valori di ETCO2 inferiori a 4 mmHg, compresi
tra 4 e 15 mmHg e tra 15 e 38 mmHg. Puo' essere utile l'uso di PTL (Pharingeal lumen airway) in condizioni di emergenza e di intubazione difficoltosa. E' costituito da un tubo lungo simil-tracheale di diametro collocato all'interno di un altro tubo piu' corto e di maggior diametro; la parte distale del tubo lungo una volta posizionato puo' aprirsi in trachea o in esofago, mentre la parte distale del tubo breve si apre in retrofaringe sopra l'epiglottide. Se il tubo lungo e' posizionato in trachea esso funziona come un comune tubo endotracheale, viceversa se posizionato in esofago come un comune otturatore esofageo evitando il rigurgito di materiale gastrico e permettendo, attraverso il tubo breve un'ossigenazione piu' efficace rispetto alla tradizionale AMBU e maschera. |
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Attualmente sono disponibili anche maschere laringee (LMA Laringeal Mask Airway) [LMA Web Page] che sono dispositivi che si pongono con la punta a contatto con l'apertura esofagea superiore, con i lati a livello delle fosse piriformi e con il margine superiore aderente alla base della lingua. Queste possono essere inserite sia nel paziente sveglio o in coma. Certamente la maschera laringea non puo' prevenire uno spasmo laringeo, e va utilizzata in condizioni di emergenza quando sono falliti altri tentativi di gestione delle vie aeree. La maschera, anche se ben posizionata, non previene l'eventuale inalazione di rigurgito gastrico nelle vie aeree.
In caso che si renda necessaria un'assistenza respiratoria e' possibile utilizzare un nuovo dispositivo COPA (Cuffed Orofapharingeal Airway) costituito da una cannula di Guedel con all'estremita' una cuffia. ampia ed appiattita posteriormente e piu' piccola e stretta anteriormente. Una volta posizionata, l'insufflazione fa aderire la cuffia alla base della lingua e al faringe elevando contemporaneamente, ed in maniera passiva l'epiglottide rendendo cosi' pervie le vie aeree. L'estremita' prossimale del dispositivo presenta un connettore standard di 15 mm e un adattatore che ha la funzione di salvadenti e di stabilizzatore del device tramite apposite cinghie. Anche la COPA va utilizzata nei pazienti con depressione dei riflessi faringei in situazioni di emergenza quando sono falliti altri tentativi di gestione delle vie aeree; non previene l'eventuale inalazione di materiale gastrico nelle vie aeree. | ![]() |
Tipologia delle lesioni |
Importanza prioritaria e' assunta
dalla valutazione della funzione polmonare gia' sul luogo
dell'incidente. Se ignorate, le lesioni toraciche possono essere
fonte di gravi conseguenze specie se si rivelano in tempi
successivi, magari durante un intervento chirurgico per un trauma
cranico o addominale. In queste circostanze e' fondamentale
ricostruire la dinamica dell'incidente, e definire la tipologia
probabile delle lesioni.
In caso di impatto a bassa velocita' sono frequenti fratture
costali, sternali, contusione polmonare o cardiaca con associate
lesioni epatiche o spleniche dovute a fratture dalla 6 alla 12
costa. Viceversa in caso di impatto ad alta velocita' sono
prevalenti le lesioni dovute a decelerazione per cui la gabbia
toracica puo' presentarsi intatta, oppure si puo' verificare
frattura sternale con o senza volet costale anteriore. E'
possibile la rottura aortica, quella delle vie aeree, la rottura
diaframmatica. Frequentemente si presentano associate la
lacerazione epatica o splenica, trauma cranico e fratture delle
ossa lunghe.
In caso di schiacciamento prevalgono le fratture costali
bilaterali antero-posteriori con o senza voilet costale, oltre
alla lesioni precedentemente ricordate. Non sempre comunque
l'assenza di lesioni visibili della gabbia toracica si associa
all'assenza di lesioni intratoraciche gravi.
Altrettanto importante e' ricordare che lacerazioni cardiache o
dei grossi vasi con emorragie interrotte dal tamponamento possono
divenire rapidamente fatali dopo la risalita della pressione
arteriosa.
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Oltre alla dinamica
dell'incidente sono da tenere in considerazione alcune
lesioni evocatrici di lesione toracica maggiore:
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In ogni caso vanno sempre e rapidamente attuate misure di supporto ventilatorio tramite somministrazione di ossigeno in maschera e di reintegro volemico. L'entita' delle perdite puo' venire sottovalutata specie qualora coesistano piu' fratture ( femore, gamba, pelvi ). | ![]() |
CRITERI
DI INTERVENTO NEL SOCCORSO AL POLITRAUMATIZZATO (2^parte)
CRITERI
DI INTERVENTO NEL SOCCORSO AL POLITRAUMATIZZATO (3^parte)
Informazioni sulla rivista
ESIA-Italia
EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY and CRITICAL CARE MEDICINE
- Italia
costituisce la parte Italiana della versione Americana,
pubblicata su Internet da Keith J Ruskin, Professore di Anestesia
alla Università di Yale. I lavori saranno accettati sia in
lingua Italiana che Inglese. In quelli di lingua Italiana un
corposo riassunto in Inglese verrà preparato dalla redazione,
qualora l'autore non fosse in grado di fornirlo. A cura della
redazione sarà inoltre la traduzione in Italiano dei manoscritti
inviati in lingua Inglese. La rivista sarà inviata gratuitamente
a tutti quelli che ne faranno richiesta, inviando il seguente
messaggio "Desidero ricevere ESIA versione italiana"
indirizzato a LANZA@MBOX.UNIPA.IT
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(EMC), articoli di revisione generale o riguardanti le
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anche brevi comunicazioni. La guida per gli autori può essere
consultata collegandosi al sito ANESTIT all'indirizzo: http://www.unipa.it/~lanza utilizzando la sezione riservata ad
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essere richiesta inviando un messaggio a lanza@mbox.unipa.it EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY
and CRITICAL CARE MEDICINE Sezione
Italiana
Il numero della rivista è anche
ottenibile attraverso World-WideWeb WWW: l'URL per questo numero
di ESIA è: http://www.unipa.it/~lanza/esiait/esit9901.txt
Il nome della rivista è esitaamm,
dove aa è l'anno ed mm il mese (per esempio questo numero è
esit9901.txt)
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