Blocco Cervicale per Endoarteriectomia Carotidea

Mark Gold, MD
NYU Medical Center
Department of Anesthesiology

Introduzione

Un'adeguata anestesia per la chirurgia della carotide può essere ottenuta bloccando il 2°, 3° e 4° nervo cervicale. Il loro territorio di innervazione copre  l'area che va dalla nuca fino alla clavicola. Tuttavia vi è una certa sovrapposizione di dermatomeri non anestetizzati sia ipsi- che controlateralmente. Ipsilateralmente, ci può essere una sovrapposizione a livello della clavicola, dovuta al 2° nervo toracico. Questo è il primo dermatomero dopo C4, dato che C5 e T1 formano il plesso brachiale. La terza branca del trigemino fornisce la sensibilità fino al bordo inferiore della mandibola. Una certa sovrapposizione di fibre nervose partenti da questa distribuzione può causare al paziente dei fastidi al polo superiore dell'incisione. Una sovrapposizione di dermatomeri controlaterali può inoltre avvenire poiché la linea di incisione è vicina alla linea mediana del collo. Questa sovrapposizione può dare luogo ad aree del campo chirurgico che necessitano di una somministrazione supplementare di anestetico locale somministrabile da parte del chirurgo. Inoltre, le strutture contenute nella parete carotidea ricevono la loro innervazione dal IX e X nervo cranico. Questo può causare un ulteriore fastidio al paziente una volta che la parete carotidea è incisa, cosa eliminabile dalla somministrazione topica di anestetico locale nell'area.


Cervical Plexus Block

vedi filmato Nell'effettuare un blocco del plesso cervicale, è importante tenere presenti le relazioni fra le strutture palpabili e i punti di repere dei processi trasversi delle vertebre cervicali. Due sono gli aspetti di questo blocco: il primo comporta il blocco delle radici da C2 a C4; la seconda parte del blocco, o blocco superficiale, comporta l'anestesia dei nervi del plesso cervicale superficiale allorché essi emergono dal bordo posteriore del muscolo sternocleidomastoideo. Le radici dei nervi cervicali da 1 a 7 emergono superiormente al processo trasverso di ciascuna vertebra cervicale. Nell'adulto, la laringe giace sopra le vertebre cervicali dalla 4° alla 6° (1). Il bordo superiore della laringe (C4) è palpabile come l'incisura della cartilagine tiroidea. Il bordo inferiore della laringe (C6) è la cartilagine cricoide. Un'altro punto di repere che può frequentemente aiutare a delineare il livello di C6 è quello a livello del quale la vena giugulare esterna incrocia il bordo posteriore del muscolo sternocleidomastoideo. Con la testa del paziente ruotata controlateralmente, si può tracciare una linea dalla cartilagine cricoide fino al punto dove la vena giugulare esterna incrocia il bordo posteriore del muscolo sternocleidomastoideo. Questo sarà a livello di C6. A livello dell'incisura della cartilagine tiroidea si può tracciare una linea parallela alla linea di C6 per determinare il livello di C4. Per determinare la posizione del processo trasverso di C4, si reperta il processo mastoideo, e si traccia un segno 1 cm posteriormente. Quindi si traccia una linea da questo segno fino ad intersecare ad angolo retto la linea disegnata dalla cartilagine tiroidea per delimitare C4. La posizione di C3 e C2 può essere facilmente trovata una volta che è conosciuta la posizione di C4. Ciò può essere fatto seguendo la linea tracciata dal processo mastoideo fino a C4 all'inverso, da C4 fino alla mastoide, a metà della distanza fra la linea di C4 e la linea di C6 per determinare la posizione di C3 e di nuovo la stessa distanza per C2.

Dopo aver marcato la posizione dei processi trasversi, il collo viene preparato e coperto con teli. Usando un'ago da 22 gauge e 1,5 pollici, si localizza il processo entrando perpendicolarmente alla cute. La profondità del processo trasverso varia secondo la complessione fisica del paziente. Una volta che l'osso viene incontrato, l'ago è ritirato leggermente, e diretto cranialmente. Questo movimento viene ripetuto fino a che l'ago ha scavalcato l'osso. Muoversi cranialmente aiuterà ad assicurarsi che l'ago si mantenga vicino alla radice nervosa desiderata. E' importante scavalcare l'osso solo di un millimetro o due, poiché andare oltre può risultare nella penetrazione dello spazio subaracnoideo o nella arteria vertebrale. Dopo un test di aspirazione negativo, vengono iniettati 5 cc. di anestetico locale. Questo viene ripetuto per gli altri due processi trasversi. Durante l'iniezione, bisogna mantenere la comunicazione col paziente continuamente, per aiutarsi ad individuare un cambiamento nello stato mentale che può avvenire nel caso di un'iniezione intravascolare.


Blocco del Plesso Cervicale Superficiale

Il blocco superficiale è effettuato iniettando anestetico locale lungo il bordo posteriore dello sternocleidomastoideo. Per prima cosa, viene effettuata un'iniezione sottocutanea lungo tutto il bordo posteriore usando da 5 a 7 cc. di anestetico locale. Quindi, altri 4 cc. vengono iniettati nel punto centrale del bordo posteriore. Questo è il punto dove la maggior parte del plesso cervicale superficiale fuoriesce dal bordo posteriore dello sternocleidomastoideo.
Questa iniezione finale viene effettuata entrando fino alla profondità di metà della lunghezza dell'ago, in aspirazione, ed iniettando 1 cc. di anestetico locale mentre si ritira l'ago. Questo viene ripetuto altre 3 volte, ogni volta girando l'ago di 90 gradi.


Scelta dell'Anestetico Locale

Possono essere usati diversi anestetici locali per un blocco del plesso cervicale. Bisogna soppesare la tossicità potenziale di un particolare farmaco e la concentrazione contro i vantaggi che ne possono derivare. Bisogna inoltre tenere in considerazione la durata dell'intervento, dato che differenti anestetici locali hanno differente durata d'azione. E' necessario un volume di circa 30 cc. per questo blocco. La dose totale di farmaco da somministrare può essere determinata moltiplicando questo volume per il numero di milligrammi per cc. nella concentrazione scelta. Dato che il collo è un'area relativamente vascolarizzata, ci può essere una buona possibilità di assorbimento sistemico dell'anestetico locale con un blocco del plesso cervicale (2). Questo può aumentare il rischio di tossicità da anestetico locale. L'assorbimento può essere ridotto aggiungendo adrenalina nella concentrazione 1:200.000 all'anestetico locale, che causerà vasocostrizione locale. Noi abbiamo trovato che la mepivacaina, alla concentrazione dell'1,5% fornisce un blocco adeguato per una endoarterectomia carotidea, con una durata di circa 4 ore. A questa concentrazione, la possibilità di raggiungere livelli tossici in un adulto di taglia media è bassa. Avendo a che fare con pazienti particolarmente piccoli, bisognerebbe ridurre o il volume o la concentrazione del farmaco.


Complicazioni

Durante l'effettuazione del blocco del plesso cervicale possono intervenire serie complicazioni. Queste possono essere ridotte da un'adeguata conoscenza della fisiologia del blocco e della tossicità degli anestetici locali. L'iniezione intravascolare di anestetico locale può avvenire sia dentro una vena che dentro un'arteria. La tossicità dell'anestetico locale si manifesta attraverso effetti sia sul sistema nervoso centrale che cardiocircolatori (3,4). Gli effetti sul S.N.C. vanno dalla sedazione al tinnito fino alle convulsioni, a seconda dei livelli ematici raggiunti. Gli effetti cardiocircolatori generalmente avvengono per livelli ematici più alti che per gli effetti sul S.N.C. (5). Possono intervenire blocchi di conduzione e depressione miocardica che possono progredire fino ad aritmie refrattarie e arresto cardiaco ai dosaggi più alti.

L'arteria vertebrale si trova molto vicina al sito dell'iniezione. Essa passa nel canale vertebrale, che è solo circa 0,5 cm. sotto l'apice del processo trasverso. Dato che l'arteria vertebrale irrora direttamente il cervello, basta iniettare solo una piccola quantità di anestetico locale per avere effetti sul S.N.C.. Quindi, è importante rimanere costantemente in comunicazione col paziente durante l'iniezione per rilevare segni precoci di tossicità sul S.N.C. come intorpidimento periorale, disorientamento e tinniti. Bisognerebbe aspirare spesso. Se l'iniezione è effettuata lentamente, è il contatto con il paziente è mantenuto, è molto improbabile una progressione dalla tossicità sul S.N.C. a quella cardiaca.

La tossicità sul S.N.C. può essere ridotta somministrando al paziente benzodiazepine per endovena prima di effettuare il blocco. Questo può innalzare la soglia per le convulsioni (6,7). Bisogna usare le  benzodiazepine con cautela, poiché una sedazione eccessiva può rendere il paziente non cooperante e la sedazione indotta può essere difficile da distinguere da una precoce tossicità sul S.N.C. da anestetici locali. Se dovesse intervenire una tossicità sul S.N.C., il paziente deve ricevere ossigeno per maschera ed essere osservato. Se interviene una progressione fino alle convulsioni, queste devono essere trattate con tiopentone alla dose di 2 mg/kg. Il paziente può avere bisogno di un'intubazione tracheale per mantenere un'ossigenazione adeguata. Questa può essere ottenuta con succinilcolina, in aggiunta al tiopentone. La decisione sul procedere o meno all'intervento in queste condizioni deve essere concordata opportunamente dall'anestesista ed dal chirurgo. Oltre all'iniezione intravascolare, può aversi anche un'iniezione subdurale. Se l'ago è posto troppo distante, si può penetrare in un manicotto durale circondante la radice nervosa. L'anestetico locale qui iniettato può causare un blocco subaracnoideo. Questo si manifesta con perdita di coscienza ed ipotensione. Può rendersi necessario un supporto pressorio ed un'intubazione endotracheale. Il blocco cesserà quando l'anestetico locale sarà metabolizzato dal S.N.C..

Una complicazione aggiuntiva del blocco cervicale è la formazione di un ematoma. Ciò può avvenire se l'ago penetra in un grosso vaso sanguigno. Normalmente, una compressone locale allevierà il problema, ma talvolta l'ematoma progredisce, e, raramente, può derivarne una compromissione delle vie aeree.

Per il fatto che il nervo frenico è composto del 3°, 4° e 5° nervo cranico, con questo blocco è possibile una paralisi frenica unilaterale. Questo normalmente non rappresenta un problema, a meno che il paziente non abbia una severa compromissione polmonare e sia dipendente dalla funzionalità diaframmatica per una adeguata respirazione (8). In questi pazienti bisognerebbe evitare il blocco del plesso cervicale.


Sedazione

La gestione della sedazione è importante durante il blocco cervicale. Il paziente deve essere abbastanza sveglio da rispondere ai comandi, testimoniando quindi un adeguato flusso ematico cerebrale. D'altra parte, una qualche sedazione può essere necessaria per permettere al paziente di sopportare l'atto chirurgico. Si possono somministrare piccole quantità di benzodiazepine e/o narcotici fino ad ottenere l'effetto voluto. Talvolta,, specialmente nei pazienti anziani, le benzodiazepine possono causare disinibizione, causando irrequietezza e confusione. Questa può essere distinta da un insufficiente flusso ematico cerebrale antagonizzando le benzodiazepine con flumazenil. Una sedazione eccessiva con narcotici può essere antagonizzata con piccole dosi di naloxone. Bisogna utilizzare il naloxone con cautela, perché una somministrazione rapida può determinare ipertensione e scompenso cardiaco congestizio.



Bibliografia

1. Anderson JE. Grants' Atlas of Anatomy, 7th Ed. Baltimore, Williams and Wilkins, 1978.

2. Tucker GT, Moore DC, Bridenbaugh PO, et al. Systemic absorption of mepivicaine in commonly used regional block procedures in anesthesiology. Anesthesiology 1972;37:277.

3. Wagman IH, deJong RH, Price DA. Effects of Lidocaine on the central nervous system. Anestehesiology 1967;28:155.

4. Block A, Covino B. Effect of local agents on cardiac conduction and contractility. Reg Anesth 1981;6:55.

5. Liu PL, Feldman HS, Giasi R, et al. Comparitive CNS toxicity of lidocaine, etidocaine, bupivicaine and tetracaine in awake dogs following rapid IV administration. Anesth Analg 1983;62:375.

6. DeJong RH, Bonin JD. Benzodiazepines protect mice from local anesthetic convulsions and death. Anesth Analg 1981;60:385.

7. Moore DC, Balfour RI, Fitzgibbons D. Convulsive arterial plasma levels of bupivicaine and the response to diazepam therapy. Anesthesiology 1979;50:454.

8. Urmey WF, Talts KH, Sharrock NE. One hundred percent incidence of hemidiphragmatic paresis associated with interscalene brachial plexus anesthesia as diagnosed by ultrasonography. Anesth Analg 1991;72:498.


traduzione dall'originale a cura del Dott. Stefano Mancosu , specializzando in Anestesia e Rianimazione presso l'Università di Cagliari - Ospedale San Giovanni di Dio - Cagliari