Anestit
Forum 21-Data: venerdì 7 novembre 1997
Argomenti
1) Replica a: Ipossiemia e Baclofen
Nel caso clinico cui fai riferimento (numero di Settembre di Esia
Italia:
"intossicazione acuta per ingestione di Baclofen"),
le cause che hanno
determinato l'ipossiemia sono probabilmente diverse, ventilatorie
ed
emodinamiche. Se da un lato l'ipoventilazione globale era uno
dei quadri
più evidenti all'ingresso della pz. in terapia intensiva,
dall'altro
ricordo che la donna aveva vomitato durante le manovre d'intubazione;
sebbene la radiografia del torace non avesse manifestato quadri
patologici,
è pur vero che, in relazione alla natura e quantità
dell'aspirato, le
alterazione rx-grafiche possono essere minime o assenti. Il ricorso
alla
CPAP con pressione di supporto e FiO2 elevata, oltre che motivato
dal
quadro ipossiemico, mirava alla prevenzione di un possibile e
temibile
edema polmonare conseguente all'aspirazione di materiale gastrico.
Come si
legge nell'articolo di ESIA, comunque, "dopo qualche ora
di ventilazione
meccanica, il miglioramento dell'ossigenazione, permetteva la
riduzione
della FiO2 (0,5)". Ritenemmo a quel punto di avere scongiurato
la
Mendelson!
L'ipotermia (35.7 C° rettale) e la bradicardia, inoltre,
anche se con una
pressione arteriosa stabile, possono aver determinato una riduzione
della
SVO2 per riduzione della gettata cardiaca.
dott. Amedeo Pignataro
Servizio di Anestesia e Rianimazione, Ospedale Buccheri La Ferla
FBF,
Palermo
Anestit
Forum 22-Data: lunedì 10 novembre 1997
1) Replica a: Ipossiemia e Baclofen
Ho letto con interesse il caso clinico riportato di una paziente
avvelenata
da Baclofen e Halcion.(ESIA_ITALIA settembre)
Non riesco a comprendere con quale meccanismo il Baclofen
determini
ipossia in quanto per le caratteristiche farmacologiche dovrebbe
determinare ipoventilazione ed iposssia soltanto a paziente non
assistito
dal punto di vista ventilatorio.In realtà all'ingresso
posta la paziente in
ventimask con arricchimento in O2 l' EAB evidenziava grave
acidosi mista
(con ipercapnia moderata).Peraltro dopo la intubazione e la ventilazione
meccanica controllata si determinava una severa ipossia che richiedeva
l'uso di FiO2 elevate.Mi sentirei comunque di escludere una sindrome
ab
ingestis non tanto per il quadro rx poco significativo,ma sopratutto
per il
rapido miglioramento ossigenativo della paziente.
A mio giudizio le possibili cause di ipossia in questa paziente
dovrebbero
essere ricercate in altri motivi.
Cesare Rovella
Servizio d'anestesia e rianimazione Ospedale dei Bambini
Palermo
Anestit
Forum 23-Data: lunedì 7 luglio 1997
Argomenti
1) sindrome settica" in giovane paziente con micro negativa
Recente ricovero nella nostra ICU di paziente di sesso femminile
di 45 anni
accompagnata presso il nostro PS per tachipnea e acrocianosi dopo
2 giorni
di febbre e diarrea considerata dal medico di base "sindrome
influenzale".
All'anamnesi trauma-toraco addominale lo scorso anno (splenectomia)
con
ricovero sempre presso la nostra ICU, in terapia con Tapazole,presenza
di
autoanticorpi per tiroide. All'ingresso ipopiastrinemia,PT 25,PTT
110,altri
parametri di coagulazione profondamente alterati,mantiene respiro
spontaneo,spiccata acidosi metabolica. Inizia terapia eparinica
e
somministrazione di plasma fresco e ATIII nell'ipotesi di CID.Esami
ematochimici a seguire evidenziavano sofferenza multiorgano. In
seconda
giornata, comparsa di agitazione psicomotoria per cui esegue TC
cerebrale
che evidenzia soffusione emorragica corticale; viene intubata
per
progressiva insufficienza respiratoria e compromissione dello
stato di
coscienza. Si sostituisce terapia eparinica con Ca-eparina. Si
assiste a
progressivo svilupppo di ARDS. A tutt'oggi sono stati eseguiti:
tamponi
faringeo, rettale (negativi),vaginale(E.Coli ,Lattobacillo D.
a basso
tasso), emocolture seriate negative ( pz febbrile dall'ingresso
38.5 ca.)
ricerca di virus respiratori negativa. La ricerca di auto anticorpi
ha
evidenziato tasso sovrapponibile ai precedenti. La TC cerebrale
non
evidenziava ingombro dei seni esplorati. Non è stato possibile
eseguire per
il progressivo scadimento degli scambi respiratori TC toraco addominale.
Graditi suggerimenti,idee ed esperienze. Thanks in advance (buona
abitudine
dei nostri colleghi oltreoceano)
Massimo Chiesa Ospedale di Rovigo
Anestit
Forum 24-Data:
sabato 22 novembre
1997
Argomenti
1) VRQ
Gent.mo collega non mi dilungo nei complimenti per il magnifico
lavoro che
realizzate con la rete e vengo subito al problema e chiedo se
potete
aiutarmi. Il mio primario mi ha incaricato di elaborare il VRQ
ma mi trovo
molto in imbarazzo perchè ho cercato sulla rete e non ho
trovato niente per
i servizi di anestesia e rianimazione. Vi prego, se presso il
vostro
presidio è stato attivato il VRQ, di mandarmi un prospetto
di attuazione
cosi che io possa avere una traccia per elaborare il nostro. La
rigrazio
per l'attenzione e porgo distinti saluti
Antonio Nanni dirigente anestesia
e rianimazione ospedale civile Sulmona (AQ)
PS: anche in caso negativo
inviatemi una e-mail al seguente indirizzo nanniant@arc.it
Anestit
Forum 25 -Data
martedì 25 novembre 1997
Argomenti
1) Replica a VRQ (forum 24)
Non so cosa sia il VRQ.Inviatemi notizie piu' precise.Grazie.
Cesare Rovella.
Servizio d'anestesia e rianimazione Ospedale dei Bambini
Palermo
2) Replica a VRQ (forum 24)
caro antonio
esiste in italia la societa' italiana di VRQ che ha sede ad udine
presso il
reparto di medicina d'urgenza. il primario del reparto, prof Perraro
e'
anche l'attuale presidente della societa' (l'iscrizione annuale
costa 80000
e puoi chiedere il modulo direttamente alla segreteria).
la sezione lombarda della societa' organizza proprio in questa
settimana
(27 - 29 nov) un corso a crema dal titolo "continuous quality
improvement
nel sistema sanitario";
segreteria organizzativa 02/76118410 - fax 02/76114427
segreteria scientifica 0373/280562 - fax 0373/280534
per quanto riguarda le riviste, ne esiste una italiana, "QA",
che ha avuto
dei problemi a causa della scarsa tiratura, ma ora sembra avviata
ad essere
pubblicata regolarmente.
in campo internazionale puoi far riferimento all' "international
journal
for quality in health care"
su internet puoi trovare del materiale presso i siti dell' "american
society of anesthesiology" (www.asa.org),
della "joint commission for
accreditation of the healthcare organizations" (www.jcaho.org)
e sul
capitolo 5 del virtual anaesthesia textbook (VAT)di cui non ricordo
l'indirizzo, ma ci puoi arrivare dal sito gasnet.
per quanto concerne protocolli e linee guida, non penso
ci sia qualcosa di
pronto da poter applicare direttamente ad un reparto e che interessi
tutti
gli aspetti della nostra attivita'; ne esistono alcuni inerenti
aspetti
specifici:
- il gruppo siaarti per la sicurezza in anestesia ha pubblicato
un opuscolo
dal titolo "il controllo dell'apparecchio di anestesia".
su questo stesso argomento trovi del materiale (linee guida e
checklist)
* presso il sito internet della canadian anaesthetists' society.
* sui seguenti articoli:
- x laboutique d benhamou
"evaluation d'une liste de verification
du materiel d'anesthesie avant
utilization"
ann fr anesth reanim 1997;16:19-24
- jl bourgain et al
"controle-qualite des appareils d'anesthesie
apres operation de
mainteinance"
ann fr anesth reanim 1997;16:14-18
- jb cazalaa
"apports du systeme de controle de qualite
dans la surveillance des
dispositifs
medicaux et des materiels utilises en
anesthesie"
ann fr anesth reanim 1997;16:7-8
- l'ufficio VRQ dell'ospedale niguarda di milano ha promosso una
consensus
conference sugli esami ematochimici e strumentali ed ha pubblicato
le linee
guida emerse dai lavori.
- su questo stesso argomento sono state pubblicate nel 96, per
ora sotto
forma di "draft", le linee guida dell'ASA.
- il club italiano anestesisti ostetrici (ciao) ha pubblicato
sull'anestesista rianimatore un breve articolo dal titolo "standard
minimi
per l'anestesia in ostetricia".
Per quanto riguarda gli aspetti qualitativi in ambito sanitario
in generale
ed dei servizi di anestesia in particolare ti segnalo i seguenti
articoli:
- lluis bohigas
"accreditation programs for hospitals: funding and operation"
international j for quality in health care 1996;8,6:583-589
- cd shaw
"accreditation and ISO: international convergence on health
care standards
ISQua position paper - october 1996"
international j for quality in health care 1997; 9, 1:11-13
- c huttin
"the use of guidelines to improve medical practice: main
issues in the usa"
international j for quality in health care 1997;9,3:207-214
- cj eagle
"current model of quality - an introduction for anaesthetists"
can j anaesth 1993; 40, 9: 851 - 862
- f orkin
"garanzia di qualita' in anestesia"
capitolo 78 della terza edizione italiana del miller
- f campion et al
"quality assurance and medical outcomes in the era of cost
containment"
surg clin n am 1996;76,1:139-159
- p morosini f perraro
"sviluppo e organizzazione del miglioramento continuo di
qualita'
professionale (della verifica e revisione della qualita') nelle
aziende
sanitarie"
QA 1996;7,3:135-150
- f perraro et al
"l'accreditamento dei servizi sanitari strumento per qualificare
la
qualita' dell'assistenza sanitaria"
QA 1996;7,1:3-14
- e scrivens
"recent developments in accreditation"
international j for quality in health care 1995;7,4:427-433
- b kupperwasser
"evaluation de la qualite des soins en anesthesie"
ann fr anesth reanim 1996;15:57-70
- g harvey
"quality in health care: traditio, influences and future
directions"
international j for quality in health care 1996;8,4:341-350
- d blumenthal
"quality of health care - part I: quality of care, what is
it?"
(primo di una serie di articoli sull'argomento pubblicati nei
numeri
successivi)
new eng j med 1996;335,12:891-894
spero che questo materiale possa esserti di qualche aiuto.
fammi sapere come procede il tuo lavoro e se hai trovato altro
materiale
interessante perche' l'argomento "qualita' in anestesia"
mi interessa
moltissimo.
Giuseppe Nattino
I Servizio di Anestesia e Rianimazione
Via Ghislanzoni 22
22053 - Lecco - Italy
tel : #39 341 489418
3) tromboendoarteriectomia carotidea
Desidero conoscere le Vs esperienze sull'impiego dell'epidurale
cervicale nella tromboendoarteriectomia carotidea in alternativa
al
blocco del plesso cervicale
Walter Corsini
Anestit
Forum 26 -Data:
mercoledì 3 dicembre 1997
1) Replica ad tromboarteiectomia carotidea (forum 25)
Personalmente non applico l'epidurale cervicale per questo tipo
di
chirurgia ma per le tue domande puoi rivolgerti al Dott.Dosso
(Primario di Anestesia dell'Ospedale di Schio VI) e in particolare
al Dott
Corlianò mio carissimo compagno di studi. Hanno una casistica
vastissima!
Massimo Chiesa
2)Sicurezza in Anestesia e Rianimazione
Desiderei informazioni sulle lineeguida per la sicurezza in anestesia
e
rianimazione
Francesco Corrado
Anestit
Forum 27-Data: sabato 13 dicembre 1997
1) Criteri di ammissione in terapia intensiva
Penso sia un problema sentito da tutti i rianimatori quello
dei criteri di
ammissione in Terapia Intensiva. I letti a disposizione sono pochi
e spesso
ce li troviamo occupati da cronici che non trovano adeguate strutture
dove
poter essere trasferiti. In particolare oggi, con ci si trova
a dover fare
i conti con i DRG e i costi di degenza! Vorrei a tale riguardo
proporre uno
studio multicentrico che abbia come scopo iniziale quello di fotografare
la
realtà delle varie rianimazioni italiane e quindi verificare
la possibilità
di stabilire criteri comuni che possano identificare il paziente
"da
Rianimazione". Prima di tutto questo però, gradirei
sentire un parere dai
vari colleghi collaboranti al forum
Gianmario Monza
2) Replica a Sicurezza in Anestesia e Rianimazione (forum 26)
Caro Corrado
nell'ambito della SIAARTI e' stato istituito il "gruppo di
studio per la
sicurezza in anestesia" coordinato dal dr Solca (Cernusco
sul Naviglio).
Questo gruppo ha pubblicato quattro opuscoli editi dalla casa
editrice "la
mandragora" sui seguenti argomenti:
- monitoraggio minimo in camera operatoria
- asistenza postoperatoria
- consenso informato
- controllo dell'apparecchio di anestesia
E' stato pubblicato inoltre il seguente articolo:
"Raccomandazioni relative alle caratteristiche strutturali
delle unita' di
terapia intensiva" Min Anest 1996; 62 apr 96: 103 e seguenti
Il gruppo sta attualmente elaborando un documento sulla valutazione
preoperatoria.
Altro materiale lo puoi trovare sul sito della American Society
of
Anesthesiology, sul sito della Canadian Anaesthesiologist Society,
sul
Virtual Text of Anaesthesiology.
Giuseppe Nattino
I Servizio di Anestesia e Rianimazione
Via Ghislanzoni 22
22053 - Lecco - Italy
tel : #39 341 489418
3) Allergia al Latex
esistono ospedali in Italia dove sia stata allestita una sala
operatoria
"latex-free" per i Pazienti con allergia al lattice,
o dei carrelli
contenenti materiale "latex-free" da usare qualora si
presentino Pazienti
con questa problematica (in continuo aumento soprattutto tra gli
operatori
sanitari)?
grazie
Giuseppe Nattino
I Servizio di Anestesia e Rianimazione
Via Ghislanzoni 22
22053 - Lecco - Italy
tel : #39 341 489418
Anestit Forum 28-Data: lunedì 15 dicembre 1997
1) Replica ad Allergia al Latex: esistono sale op. latex-free? (forum 27) Per quanto riguarda la mia realtà (Rovigo) la risposta è :No Disponiamo di guanti chirurgici anallergici e guanti non sterili in vinile. Cosa dovrebbe contenere un carrello Latex free?
Grazie Massimo Chiesa
2) Replica a Criteri di ammissione in terapia intensiva (forum
27)
Il collega Monza ha messo un dito nella piaga.Il problema della occupazione dei posti letto in terapia intensiva è diventato drammatico e sentito credo da tutti noi.La incapacità degli amministratori a programmare ha comportato che almeno il 30 % dei posti letto sia in ogni intensiva occupato da pazienti cronici.Cio'comporta il rifiuto talvolta di pazienti acuti, demotivazione del personale medico e infermieristico, decadimento dei livelli assistenziali e scientifici, responsabilità che non ci competono. Anche se oggi credo che le intensive sono fuori dai famigerati DRG,ritengo che il problema non sia tanto quello di definire i criteri di ammissione in terapia intensiva di un paziente,quanto di disporre di un adeguato numero di letti per pazienti acuti. Ritengo che la apertura di un confronto possa essere molto utile,anche se è indispensabile precisare cosa si intende per "fotografare"la realtà delle varie rianimazioni.
Cesare Rovella
3) Cartella Anestesiologica Informatizzata
Egregi colleghi, sono un anestesista che opera presso il Serv. di anestesia I e rianim. dell'Ospedale Maggiore di Bologna . Devo fare un lavoro sulla cartella anestesiologica informatizzata e sul suo impiego in S.O.: avete suggerimenti, siti internet, bibliografia da inviarmi?
Grazie e saluti
Daniele Moretto cp 60
40068 S.Lazzaro di S. BOLOGNA
Anestit Forum 29-Data: sabato 3 gennaio 1998
1) Cartella di rianimazione
Distinti colleghi, sono uno specializzando in anestesia dell'università di Cagliari. mi sto occupando con dei colleghi "anziani(?)" di riscrivere la cartella di rianimazione. Potreste inviarmi p.es. delle copie delle vostre cartelle? (anche di anestesia...) Versioni informatizzate sarebbero l'optimum.. Suggerimenti, consigli, indirizzi su dove procurarmi materiale saranno graditi assai... Colgo l'occasione per farvi gli auguri di Buone Feste e Felice Anno nuovo Buon lavoro Stefano Mancosu
Sc.Di Pec. in Anestesia e Rianimazione, Osp.S.Giovanni di Dio,
09124 Cagliari CA
smancosu@tin.it
2) Replica ad Allergia al Latex (forum 28) Caro Massimo il mio interessamento e' dovuto al fatto che abbiamo in attesa di intervento un Paziente che qualche tempo fa ha avuto uno shock anafilattico durante una visita in cui e' stato sottoposto ad esplorazione rettale da parte di un collega che indossava guanti in lattice (e ovviamente non era al corrente della allergia del Paziente). Partendo dal capitolo sulle allergie del virtual anaesthesia textbook ho trovato il sito del dipartimento di anestesia dell' universita' di
cleveland dove e' indicato un protocollo di gestione di tali Pazienti
ed un elenco di materiali privi di lattice con cui attrezzare
un carrello latex-free. Maschere, pallone va-e-vieni, siringhe,
deflussori, aghi-cannula, laccio emostatico, cateteri vescicali,
drenaggi, tubi, cannule, bracciali per la rilevazione della PA,
concertina del respiratore ecc. ecc. sono veramente moltissimi
gli oggetti di uso comune in sala operatoria che contengono lattice
e possono dare grossi problemi ai soggetti allergici a questa
sostanza. La mia richiesta sul forum era mirata ad ottenere un
elenco di materiali disponibili in Italia per evitare la trafila
necessaria per acquisire dei materiali non commercializzati nel
nostro paese. Fammi sapere se sei interessato all'argomento, ti
faro' pervenire l'elenco dei materiali latex-free.
colgo l'occasione per augurare a tutti i Colleghi e alle loro
famiglie un BUON NATALE e FELICE 1998.
Giuseppe Nattino
I Servizio di Anestesia e Rianimazione
Via Ghislanzoni 22
22053 - Lecco - Italy e-mail: giuseppe.nattino@promo.it tel :
0341 489418
Sono a chiedervi aiuto e delucidazioni come paziente, più che come collega. Fin dalla nascita io soffro degli esiti di una emiparesi spastica, che, quando ero un bambino, mi obbligava a camminare con il piede destro in posizione equino-varo-supinata. Con gli anni la spasticità si è allentata notevolemente, e sono riuscito a camminare con la pianta del piede appoggiata per terra. Purtroppo ho sempre zoppicato, anche se lievemente. Questo però non mi ha impedito di correre con una certa velocità e di praticare vari sport, tra cui il karate. Nel periodo tra i trenta e i quaranta anni (ora ne ho 48) avevo durante l'inverno una certa dolenzia in sede lombare, che recedeva durante la bella stagione. Era una cosa lieve e non ho mai preso un farmaco per ciò. Una volta, a circa 36 anni, sono rimasto bloccato in palestra, ma la cosa fu attribuita ad uno stiramento muscolare. A quarantuno anni sono andato in Brasile, nella foresta amazzonica con un organizzazione non governativa per un progetto di diagnosi precoce e trattamento della lebbra e vi sono rimasto due anni. Là non ho avuto il minimo disturbo e ho potuto fare allenamento fisico intenso. Però due giorni prima di andare via, facendo un esercizio di torsione del busto in posizione seduta, ho avvertito una specie di click in regione lombare e un senso di peso, non un vero dolore, nella natica di destra. Però questo è durato pochi giorni e presto me ne sono dimenticato. Nell'autunno ho ripreso il lavoro come anestesista all'ospedale di Careggi a Firenze, senza problemi fino all'inverno, quando un giorno uscendo dalla mia sala operatoria, ho avvertito un dolore alla natica di destra irradiantesi alla gamba destra, che era aggravato dalla deambulazione. Ho fatto una TAC che rivelava grossolane alterazioni spondilo artrosiche con osteofitosi marginali, anche in corrispondenza delle faccette interapofisarie, che apparivano sagittalizzate e con marcati osteofiti marginali. In corrispondenza di L4 c'era un osteofita in sede posterolaterale che protrudeva nel canale di coniugazione corrispondente. A tale livello c'era una protrusione erniaria del disco L4-L5 posterolaterale destra. A tale livello c'erano anche calcificazioni del ligamento giallo. Lo speco vertebrale appariva di dimensioni ai limiti inferiori della norma sopratutto nel tratto L4-L5 prevalentemente in rapporto alle alterazioni artrosiche. Ho consultato un ortopedico, che visto lo scan, e avendo riscontrato dei forami di coniugazione costituzionalmente piccoli, mi ha consigliato una foraminectomia più eventuale discectomia. Altri colleghi mi hanno sconsigliato e ci ho pensato su. Nel frattempo ho contattato un neurochirurgo che inizialmente ha escluso la possibilità di intervento di resezionie microchirurgica dell'ernia data l'artrosi secondaria presente. Mi ha fatto quindi fare una risonanza magnetica, la cui risposta era la seguente: "Conservata la fisiologica lordosi del rachide lombare. Diffuse deformità di tipo artrosico sono presenti in sede somatica. Il canale vertebrale ha morfologia e calibro ai limiti della norma. Segni di degenerazione e disidratazione del disco intersomatico L4-L5 che mostra un'evidente protrusione lungo l'ambito più marcata in sede posteriore mediana". Una radiografia del rachide lombosacrale aveva evidenziato anche una retrolistesi di primo grado di L5 su L4. Questo ha fatto cambiare idea al neurochirurgo, che mi ha fatto fare le cosiddette prove dinamiche: cioè radiografie del rachide in varie posizioni (estensione, flessione, etc.) e ciò per vedere se la listesi si modificava con il movimento. Comunque non è stata evidenziata alcuna variazionie. Malgrado ciò mi è stato proposto un intervento di fusione vertebrale con fissaggio anteriore e posteriore delle vertebre interessate: questo è un intervento pesante con approccio addominale a livello dei grossi vasi, e possibilità di perdita importante di sangue e di trasfusioni, senza contare la durata. La cosa mi ha spaventato alquanto e ho consultato un altro importante ortopedico. Questi invece ha ritenuto che la retrolistesi non andava trattata che con metodi conservativi (busto) e che assolutamente non era responsabile del mio dolore. Anche l'intervento dell'ernia non era troppo indicato perchè era molto probabile che non avrebbe avuto un esito positivo. Ho tentato allora vari chiroterapisti senza esito. Ho sentito un altro ortopedico, molto esperto in problemi di colonna, il quale ha affermato che io avevo una sindrome delle faccette articolari e ha cominciato un trattamento a base di blocchi paravertebrali e di iniezioni anestetiche nei punti trigger. Ho avuto un certo miglioramento da ciò e ho continuato fino a quest'estate, periodo in cui il miglioramento è stato evidentissimo. Fino a questo punto il dolore appariva nella faccia posteriore destra del sacro e/o nella parte superolaterale del gluteo destro; alla coscia non avevo nulla; riappariva sulla testa del perone, scendeva sul muscolo tibiale anteriore fino alla caviglia e coinvolgeva il malleolo esterno. Insorgeva in inverno dopo circa cinquanta metri di cammino e in estate anche dopo 1-3 chilometri. La posizione seduta faceva scomparire il dolore in pochi attimi. Per quattro anni non ho avuto episodi acuti. Dopo il grosso migliioramento di quest'estate, ho avuto una lombalgia acuta estremamente dolorosa che da luglio fino a settembre mi ha reso la vita molto triste, anche se mi sforzavo malgrado tutto di andare a lavorare. Mia moglie, dopo vari blocchi paravertebrali senza successo e vari trattamenti farmacologici, mi ha trascinato da un pranoterapeuta. Costui ha compiuto un miracolo! Dopo due giorni di ulteriore esacerbazione, sono guarito completamente. Per quindici giorni ho macinato chilometri per la città. Purtroppo il miracolo è stato breve e una mattina mi sono svegliato con un'altra lombalgia acuta. Mi sono ripreso abbastanza bene. Poi il dolore (sempre in seguito al trattamento pranoterapeutico) si è spostato a sinistra e a destra è scomparso totalmente. Dopo un altro trattamento pranoterapico, il mattino dopo mi sono svegliato con un'altra lombalgia acuta che questa volta è ricomparsa a destra. Questa volta ho deciso di farmi fare delle peridurali antalgiche (marcaina allo 0,25% 5 ml + kenakort-a-retard 4 mg). Ne ho fatte tre finora, ma il miglioramento è stato molto lento: quello che mi preoccupa di più è che il dolore è cambiato nel senso che mi dà fastidio anche nella posizione seduta oltre che quella in piedi e devo quindi stare in posizione sdraiata o semisdraiata. Insisterò con le peridurali (che poi sono state una mia iniziativa, non consigliate da qualcuno), ma per ora non mi aspetto granchè. Io non mi intendo molto di terapia del dolore di queste forme (ho lavorato per più di ventun anni esclusivamente in chirurgia generale, toracica e cardiochirurgica e non ho frequentato altre branche). Spero che i colleghi del forum mi possano dare suggerimenti buoni sia sulla diagnosi sia sulla terapia. Ringrazio anticipatamente Enrico Senis U.O.
Anestesia e Rianimazione 1 Azienda ospedaliera di Careggi Firenze
E.mail:joelma@fol.it
Anestit Forum 30-Data: venerdì 9 gennaio 1998
1) Forum Neuroprotezione
Mi presento, sono Paolo Narcisi, aiuto della II° cattedra di anestesia e rianimazione di Torino. Vorrei proporre ai colleghi interessati di collaborare per un multicentrico di neuroprotezione con i seguenti bersagli ASSICURARE LA MIGLIOR PRESSIONE DI PERFUSIONE CEREBRALE NONOSTANTE LE RESISTENZE AUMENTATE (diminuire il tempo e quindi l'area di ischemia) DIMINUIRE LE RICHIESTE METABOLICHE COSI' DA RIDURRE L'INSULTO ISCHEMICO (rallentare quindi il processo che porta all'esaurimento delle pompe ioniche) INIBIRE O RALLENTARE L'AZIONE DEI NEUROTRASMETTITORI ECCITATORI BLOCCANDO I CANALI DEL CALCIO CONTROLLATI DAI RECETTORI NMDA, DIMINUIRE LA LIBERAZIONE DEL GLUTAMMATO ATTIVANDO IL GABA LIMITARE I DANNI PRODOTTI DALL'ACIDOSI CELLULARE E DAI RADICALI LIBERI.
I colleghi interessati possono lasciarmi un e-mail : paolonar@tin.it oppure ria.dea.molinette@usa.net oppure telefonare in reparto allo 011-6336451 buon lavoro a tutti
Sarei lieto di avere l'elenco materiali latex free. Ti ringrazio anticipatamente per la cortesia e disponibilità.
Massimo machiesa@tin.it
Noi anestesisti italiani siamo i peggio pagati d'Europa? Qualche collega ha informazioni, su questo argomento, ha avuto esperienze ho a lavorato all'estero e quindi e a conoscenza dell'eventuale divario economico ? Dopo aver letto il comunicato stampa dell'AAROI seguìto alla conferenza stampa del 15/10/97 tenuta all' Hotel dei Borgognoni sulla situazione dell'Anestesia in Italia, secondo me sarebbe interessante partecipare ad un forum sull'argomento "livello dirigenziale e corrispettiva posizione economica nei vari paesi europei". Dott. Rodolfo Tuscano
Assistente in Anestesia Istituti Clinici di Perfezionamento Clinica
Mangiagalli - Milano