ASPETTI DELL'EQUILIBRIO ACIDO BASE

del Professor P. Astrup

Il prof. P.ASTRUP padre dell'elettrodo del pH, che porta il suo nome, ha tenuto a Roma una conferenza nel dicembre 1996.

Ci sono tre componenti fondamentali per lo sviluppo della vita nel nostro pianeta: acqua, ossigeno ed anidride carbonica, e tutte partecipano al metabolismo degli ioni dell'idrogeno. L'acqua è necessaria per la comparsa degli ioni di idrogeno; l'ossigeno è necessario per il metabolismo nel regno animale mediante il continuo bruciare di elementi nutritivi, che portano alla formazione degli ioni di idrogeno da acidi volatili e non volatili, che vengono immediatamente eliminati dal corpo tramite polmoni, branchie, reni, ecc. Essi vengono continuamente riutilizzati dal regno vegetale tramite la fotosintesi. Senza gli ioni di idrogeno la vita non si sarebbe potuta sviluppare così come è avvenuto. Nel mio discorso vorrei concentrarmi su alcune fasi importanti per lo sviluppo della nostra conoscenza degli ioni di idrogeno - dagli albori della fisica, chimica, fisiologia e medicina ai complicati strumenti di terapia intensiva dei nostri giorni.

Secondo uno studio cinese, gli acidi forti erano conosciuti in India nel 6° secolo A.D. Vengono descritti come un liquido straordinario, talvolta freddo, talvolta caldo, che può corrodere il legno, le piante, l'oro e l'acciaio, e che a contatto con la pelle, può scioglierla. Dall'India la capacità di produrre acidi minerali è stata tramandata agli Arabi ed ha raggiunto l'Europa nel 13° secolo.

Le basi forti vengono menzionate nella letteratura Hindu a partire dall'8° secolo. Esse venivano ricavate dalla cenere di legno bruciato, chiamata dagli Arabi "al quali", oppure bruciando lime.

Gli acidi e le basi sono stati un riferimento molto importante per lo sviluppo della chimica come disciplina scientifica. Esistevano molti modi per spiegare la loro azione, ma un importante cambiamento venne introdotto con la teoria della dissociazione elettrolitica enunciata nel 1887 da Svante Arrhenius in Svezia. Tuttavia, nessuno in Svezia credeva in questa idea, ma Jacobus van't Hoff in Amsterdam e Wilhelm Ostwald in Riga ebbero fiducia, e quindi gli Svedesi riconobbero la validità della tesi e premiarono Arrhenius con il premio Nobel nel 1903.

Gli acidi forti sono stati usati per questo scopo nei laboratori di fisica europei, a partire dal 1800 quando Volta scoprì come produrre energia elettrica, portando alla costruzione delle cosidette "cellule di gas". Esse erano composte da elettrodi platinati in platino all'interno di un tubo di vetro a contatto con ossigeno e idrogeno rispettivamente, ed immerso in acido solforico diluito. Wilhem Ostwald scoprì che il fattore decisivo per la generazione di corrente era la concentrazione degli ioni di idrogeno e di idrossido formati dai due gas. Per questo utilizzò gli elettrodi di idrogeno per determinare la dissociazione costante di acqua, un fattore di primaria importanza nella chimica fisica.

Ostwald era molto orgoglioso dei risultati raggiunti e li riportò al meeting della Royal Saxonian Scientific Society il 9 gennaio 1893.

Il suo lavoro è stato della massima importanza per lo sviluppo non solo della fisica e della chimica, ma soprattutto delle scienze biologiche e mediche, con Lawrence Henderson, professor di fisiologia ad Harvard, e S.P. L. Sørensen, professor ai Carlsberg Laboratories di Copenhagen, come pionieri. Henderson si è concentrato sulla descrizione delle molte variabili che influenzano la neutralità del sangue, poichè la proprietà più significativa e più cospicua del sangue è la capacità di neutralizzare grandi quantità di acidi o basi senza perdere la sua reazione neutra. Sørensen ha lavorato a Copenhagen sul break down enzimatico di proteine ed ha dimostrato l'importanza vitale del controllo del pH nel processo enzimatico. Ha introdotto il concetto di "tampone" ed in seguito il termine "esponente ione idrogeno" che ha simbolizzato con "pH". Entrambi i concetti sono stati immediatamente accettati dal mondo scientifico.

Uno degli allievi di Sørensen era il giovane fisiologo danese K. A. Hasselbalch, che nel 1917 usando un elettrodo dell'idrogeno è stato il primo a misurare valori di pH corretti nel sangue a 37 gradi centrigradi. Si interessò a disordini dell'equilibro acido base e fu il primo a distinguere tra disturbi metabolici e respiratori, che potevano essere compensati o non compensati a seconda del valore di pH misurato nel sangue. Il suo nome viene usato nella nota equazione di Henderson-Hasselbalch, che esprime l'azione tampone dell'acido bicarbonato/carbonico nel sangue.

Tuttavia, la misurazione del valore di pH nel sangue a 37 gradi centrigradi con un elettrodo dell'idrogeno era ancora troppo complicata per gli ospedali nella prima metà di questo secolo - e lo è ancora! Prima del 1920 solo pochi tra i più moderni ospedali universitari avevano piccoli laboratori di ricerca inclusi ai reparti medici, ed i laboratori analisi di appoggio agli esami clinici di routine erano pochi. L'introduzione di insulina per il trattamento del diabete ha creato la necessità di analisi degli zuccheri nel sangue e per la diagnosi delle acidosi diabetiche. A questo punto cominciarono a nascere piccoli laboratori analisi. Il metodo di Donald D. van Slyke per determinare la quantità totale di anidride carbonica nel siero venne considerato come il più affidabile per la diagnosi dell'acidosi, e negli anni 30 e 40 era possibile trovare i suoi strumenti per la misurazione gasometrica in molti laboratori clinici. Il nome riserva di alcali o bicarbonato venivano utilizzati per caratterizzare un risultato misurato: valori bassi indicavano una acidosi metabolica, valori alti una alcalosi metabolica. I disturbi del metabolismo venivano considerati come i più importanti da diagnosticare, poichè un trattamento corretto poteva salvare la vita del paziente. I disordini respiratori dell'equilibrio acido base erano relativamente rari, e normalmente causavano solo variazioni minori dei valori di riserva alcalina, ed il trattamento consisteva nel modificare la ventilazione alveolare. Pertanto è stato spesso dimenticato nei reparti clinici che il contenuto totale di CO2 nel siero, come misurato dallo strumento di Van Slyke, non era sinonimo di riserva alcalina, ma dipendeva anche dalla pressione parziale di anidride carbonica.

Ciò accadeva all'ospedale di Copenhagen, dove scoppiò nell'agosto del 1952 una epidemia di polio. L'incidenza di paralisi respiratoria era stranamente alta, e dopo le prime due settimane 27 pazienti su 31 trattati nelle vie respiratorie erano morti. La situazione era disperata, e l'epidemia era appena iniziata. A quel tempo venni richiamato dalle vacanze estive, in qualità di responsabile del laboratorio dell'ospedale, per partecipare ad una riunione con l'anestesiologo Bjørn Ibsen e con gli altri clinici dell'ospedale per discutere le cause dei decessi. I pazienti erano stati tutti ben ossigenati fino alla fine, e l'unica indicazione oggettiva era un alto livello di "bicarbonato" nel sangue, misurato con uno strumento van Slyke. I medici ritenevano che i pazienti presentassero una alcalosi metabolica di origine misteriosa. Ibsen respinse subito questa ipotesi, sostenendo che si poteva benissimo trattare di una ritenzione di anidride carbonica. Vennero subito eseguite delle analisi del pH del sangue a 37 gradi centigradi che gli diedero ragione, e il giorno seguente un paziente venne tracheotomizzato e trattato con ventilazione a pressione positiva manuale che fece immediatamente sparire l'"alcalosi". Pertanto questo trattamento venne applicato su tutti i pazienti affetti da paralisi respiratoria.

Questa errata interpretazione dell'alto contenuto di CO2 del siero come una alcalosi in pazienti con insufficienza respiratoria mi impressionò parecchio, e mi portò ad avere una nuova idea su come misurare il sangue per ottenere parametri acido base corretti sia per l'aspetto chimico che per quello fisico e che siano facili da comprendere ed usare dai medici nel loro lavoro quotidiano.

Dopo alcuni anni di lavoro presso il mio reparto in Copenhagen preparammo inizialmente un macro metodo usando 2-3 mL di sangue ed in seguito un micrometodo che richiedeva solo 50-75 microlitri di sangue, e che in un paio di minuti poteva fornire tutti i valori necessari per esprimere l'equilibrio acido base del sangue.

Avevamo costruito l'intero strumento, ad eccezione del pHmetro, all'interno del mio reparto nell'Ospedale Universitario di Copenhagen, e lo offrimmo alla Radiometer per la produzione. Purtroppo, i dirigenti erano stanchi delle continue lamentele di medici e tecnici dell'ospedale per l'assistenza tecnica, quindi non erano interessati a produrlo. Tuttavia il fratello di uno di loro credeva fermamente nel potere rivoluzionario delle idee, quindi costruì in segreto uno strumento in Radiometer. Funzionava così bene che i dirigenti decisero infine di produrlo. Il successo fu scontato.

Prima di concludere vorrei aggiungere che un'altra epidemia di polio, negli USA nel 1954, portò Richard Stow alla Ohio State University di Columbus a costruire un elettrodo della pCO2. Leland Clark negli USA, che stava lavorando in team usando un bypass cardiopolmonare, scoprì nel 1953 che la membrana che ricopriva gli elettrodi dell'ossigeno non veniva influenzata dall'avvelenamento dell'ossigeno, e questo portò alla costruzione degli elettrodi dell'ossigeno attualmente utilizzati.