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Valutazione dellefficienza delle procedure di Sala Operatoria e della qualità anestesiologica perioperatoria attraverso un sistema informatizzato di raccolta dei dati anestesiologici
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Lelio Guglielmo, Vincenzo
Lanza
Servizio di Anestesia e Rianimazione - Ospedale Buccheri La Ferla
- Palermo
leliobuc@tin.it
lanza@unipa.it
Unefficiente sala operatoria
è una parte fondamentale di ogni struttura sanitaria, che
persegua degli obiettivi di efficienza e qualità. Uninaccurata
compilazione del programma operatorio o un ritardo nei tempi di
inizio degli interventi che comportano una sottoutilizzazione
delle sale operatorie o la cancellazione dei casi programmati, o
viceversa una sovrautilizzazione delle sale può determinare una
perdita di produttività ed un aumento vertiginoso dei costi. (1)
(2).
Sebbene gli anestesisti abbiano da sempre avuto un ruolo clinico
importante allinterno del complesso operatorio, è solo da
poco tempo che a loro siano conferiti anche degli incarichi di
tipo gestionale (3). Gli anestesisti, essendo in contatto con
tutte le componenti professionali che lavorano nelle sale
operatorie, sono in una posizione ottimale per ricoprire questo
ruolo, e nel contempo hanno tutto linteresse a coniugare
ottimizzazione delle procedure a qualità e sicurezza delle
prestazioni.
Per gestire la sala operatoria e garantirne un miglioramento
continuo di qualità è comunque indispensabile disporre di un
sistema di informatizzazione delle attività (stazione di lavoro)
che consenta il collezionamento dei dati e ne permetta una loro
successiva analisi (4).
Ci siamo serviti della stazione di lavoro informatizzata, di cui dispone il nostro servizio di anestesia, per analizzare le sedute operatorie di un periodo di 16 mesi durante i quali venivano effettuati aggiustamenti organizzativi al fine di ottimizzare il turnover dei pazienti e massimizzare lutilizzazione delle sale operatorie. Abbiamo nel contempo studiato e confrontato il trend di qualità dellanestesia attraverso lutilizzazione di alcuni indicatori di struttura, di processo e di outcome.
MATERIALI E METODI
Questo studio è stato effettuato all'Ospedale Buccheri La Ferla FBF di Palermo, presidio generale di zona con 350 posti letto, 3 sale operatorie centralizzate in un unico blocco operatorio, ununità di Terapia Intensiva e Rianimazione, e altre 4 postazioni di lavoro anestesiologiche (2 sale parto, 1 sala operatoria di ostetricia, radiologia, ambulatorio di terapia del dolore, ambulatorio di ostetricia). La seduta operatoria inizia alle ore 8 e si conclude alle ore 14. Ogni anno vengono eseguiti circa 4500 interventi distribuiti tra le specialità chirurgiche di Ortopedia, Chirurgia Generale, Ginecologia e Ostetricia.
Raccolta dei dati
E stato eseguito uno studio retrospettivo delle sedute operatorie effettuate nel quadrimestre gennaio 1998 - aprile 1998 (Q1) per analizzare lutilizzazione delle sale operatorie.
Abbiamo analizzato in particolare i seguenti dati:
1) l'utilizzazione giornaliera delle sale operatorie in relazione allo svolgimento del programma chirurgico di elezione (il numero di ore di utilizzazione rispetto al numero di ore disponibili). A tale scopo si definiva come:
2) i tempi tecnici relativi alle attività del personale che lavora in S.O. (ausiliari,infermieri, strumentiste, chirurghi ed anestesisti). In particolare sono stati analizzati 4 tempi :
Dopo avere analizzato questi dati sono state prese iniziative di miglioramento ed ottimizzazione delle procedure (vedi appendice) tese ad aumentare l'efficienza dell'utilizzazione del complesso operatorio e la produttività (numero di interventi per seduta). Abbiamo quindi successivamente confrontato i dati relativi a Q1 (precedente le iniziative di miglioramento) con i 3 quadrimestri successivi :maggio-agosto 1998 (Q2) , settembre-dicembre 1998 (Q3), gennaio-aprile 1999 (Q4). Veniva inoltre calcolato, per ogni quadrimestre esaminato:
Abbiamo anche effettuato tra questi gruppi di 4 mesi un confronto del trend di qualità anestesiologica. La qualità dell'anestesia è stata misurata utilizzando 6 indicatori:
Informatizzazione
del servizio di Anestesia |
Questo studio è stato realizzato grazie ad un sistema di informatizzazione globale dellattività anestesiologica (toolkit anestesiologico), messo a punto interamente dal primario del Servizio di Anestesia dott.V.Lanza, le cui componenti sono:
Questo sistema garantisce che:
Analisi statistica
I dati ottenuti sono stati espressi in medie ± ds o in percentuale. Lanalisi dei tempi ING e TIC e quelli di sovrautilizzazione e sottoutilizzazione della sala operatoria è stata effettuata utilizzando il trend di monitoraggio anestesiologico temporizzato, acquisito e memorizzato direttamente nella cartella anestesiologica ed il pannello di controllo. Gli altri tempi e le variabili utilizzati come indicatori sono stati ricavati dalla cartella anestesiologica informatizzata compilata dallanestesista. Le variabili continue sono state analizzate usando lanalisi di varianza con la correzione di Bonferroni per confronti multipli. Le variabili descrittive sono state analizzate usando il X2 test o il test esatto di Fisher quando appropriato. In tutti i casi sono stati considerati statisticamente significativi valori di P <0.05.
RISULTATI
I quattro quadrimestri esaminati sono risultati confrontabili sia per peso di interventi effettuati che per il rischio anestesiologico ASA dei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico (tab.1).
Tab.1
ASA | Q1 | Q2 | Q3 | Q4 | Periodo | Q1 | Q2 | Q3 | Q4 |
1 | 165 | 222 | 126 | 191 | Alta ch | 152 | 156 | 151 | 160 |
2 | 290 | 223 | 202 | 235 | Media ch | 265 | 297 | 262 | 250 |
3 | 140 | 189 | 265 | 173 | Bassa ch | 213 | 214 | 202 | 220 |
4 | 35 | 33 | 22 | 31 | Totale | 630 | 667 | 615 | 630 |
Il numero di interventi effettuati nel secondo quadrimestre è risultato essere leggermente aumentato ma complessivamente non sono state notate significative variazioni tra i quattro periodi esaminati così come non vi sono state variazioni significative della produttività (numero di interventi per seduta), (tab2).
tab.2
periodo | Q1 | Q2 | Q3 | Q4 |
Produttività | 7.26 | 7.59 | 7.26 | 7.65 |
Per quanto riguarda i tempi tecnici i risultati sono mostrati in tab 3. In particolare per quel che riguarda i tempi ING e TCI si è notata una significativa riduzione di questi tempi nel confronto tra Q1 ed i tre periodi successivi (P<0.05).
Tab.3 * confronto tra Q1 e Q2-Q3-Q4. I confronti tra Q2,Q3,Q4 risultavano non significativi
tempi | Q1 | Q2 | Q3 | Q4 | P | |
ING (h.) | 8.17 ± 0.03 | 8.08± 0.03* | 8.08± 0.02* | 8.10± 0.03* | <0.05 | |
TCA (min.) | 14.2 ± 4.3 | 19.82± 5.3* | 16.7± 3.3 | 17.3± 4.5 | <0.05 | |
TCC (min.) | 22.5± 8 | 19 ± 7.1 | 18.6± 4.3 | 15.1± 3.1* | <0.05 | |
TCI (min.) | 26.9± 8 | 18.17± 2.4* | 20.4± 2.8* | 17.56± 1.51* | <0.05 |
La sottoutilizzazione delle sale operatorie si è ridotta in Q2, Q3, Q4, mentre la sovrautilizzazione non ha subito variazioni significative (fig.1).
fig.1 Incidenza percentuale delle ore di sotto e sovrautilizzazione
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Il numero di interventi eseguiti in sale operatorie diverse da quelle previste è aumentato in Q3 (49) e Q4 (52) rispetto a Q1 (30) (P<0.05).
Per quanto riguarda i dati sulla qualità dellassistenza anestesiologica al malato non sono state notate differenze significative nel confronto tra i quattro periodi esaminati. Parte dei dati sono riassunti in. fig.2.
Fig.2. Incidenza percentuale di eventi critici e avversi
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Non vi furono incidenti mortali nel perioperatorio in Q1, Q2, Q3 duranti interventi di elezione mentre in Q4 vi fu evento mortale nel post-operatorio immediato per una emorragia infrenabile. In tutto il periodo esaminato non si verificarono invece né lesioni neurologiche gravi né infarti miocardici perioperatori. Lincidenza percentuale di eventi critici in interventi di chirurgia maggiore (soprattutto chirurgia addominale) fu tra il 10 ed il 15% e questi si verificarono soprattutto in pazienti di classe ASA III o IV. |
Anche la percentuale di eventi avversi oscillante intorno al 30-35% non fu significativamente diversa nei quattro periodi presi in esame. Non è stata notata correlazione tra incidenza di eventi critici e/o avversi ed i periodi di maggiore efficienza. Non vi è stata differenza nel numero di pazienti trasferiti, non programmati, in Terapia Intensiva (2 in Q1, 2 in Q2, 3 in Q3 e 2 in Q4).
Riepilogo degli
indicatori di qualità
(vedi testo per la descrizione degli indicatori)
% | IN1 | IN2 | IN3 | IN4 | IN5 | IN6 |
Q1 | 0 | 10.7 | 31.4 | 0.3 | 2.2 | 11 |
Q2 | 0 | 15.4 | 31.2 | 0.29 | 2.4 | 9 |
Q3 | 0 | 14.3 | 36.3 | 0.4 | 2.2 | 5 |
Q4 | 0.15 | 12.1 | 36 | 0.3 | 1.8 | 12 |
DISCUSSIONE
Vi è una convinzione diffusa che gli anestesisti insieme al personale della sala operatoria possano diminuire i costi di una sala operatoria e permettere una maggiore produttività lavorando più velocemente e minimizzando i tempi di turnover (5). Servendoci del sistema di informatizzazione globale dell'attività anestesiologica abbiamo quindi con accuratezza analizzato retrospettivamente i principali tempi tecnici delle varie attività che si realizzano in sala operatoria.
Per individuare le cause di eventuali ritardi nel turnover dei malati da sottoporre ad intervento chirurgico è stato necessario scomporre in vari subtempi (ING = ingresso 1^ paziente, TCA, TCC, TIC = intervallo tra 2 casi) tutta la fase perioperatoria del paziente dal suo ingresso in sala sino allentrata del paziente successivo.
La messa in opera di alcune iniziative di ottimizzazione e miglioramento ha consentito un più tempestivo ingresso in sala del primo paziente ed un turnover più rapido dei pazienti, con un risparmio medio giornaliero di circa trenta minuti (10 ore mensili). Nessuna modificazione è avvenuta invece nei TCA (tempo controllato dall'anestesista) e nel TCC (tempo controllato dal chirurgo).Il TCA anche prima delle iniziative di ottimizzazione era comunque molto contenuto ( ~ 15 min. in media in Q1) perché almeno il 50 % delle anestesie loco-regionali viene da noi effettuata, in salette presenti nel complesso operatorio, prima dellingresso in S.O. del paziente. La non riduzione di questo tempo può comunque essere considerata un risultato positivo in quanto un accorciamento ulteriore di tale tempo avrebbe potuto fare pensare ad una minore cautela ed accortezza nellesecuzione dellanestesia da parte di un operatore troppo "pressato" a velocizzare le sue procedure. La mancata riduzione del TCC è legata probabilmente invece allo scarso successo delle iniziative miranti ad avere il chirurgo in sala già dal momento dellingresso in sala del paziente.
Servendoci sempre del trend di monitoraggio dei pazienti e del pannello riassuntivo sullo stato della lista preoperatoria è stato possibile ricostruire i tempi di utilizzazione delle sale operatorie per ogni singola seduta operatoria di 16 mesi consecutivi (1536 sedute ed oltre 4000 interventi). L'analisi dei dati del primo quadrimestre mostra dei valori di sottoutilizzazione delle sale operatorie intorno al 25% (circa 90 minuti il giorno) che è di per sé un risultato soddisfacente. Secondo l'associazione americana dei direttori di S.O. una percentuale di utilizzazione della S.O. del 70% rappresenta infatti una valore accettabile (3).
Dati di utilizzazione inferiori al 50% sono invece interpretati come un segno di scarsa capacità di gestione. Il costo di un minuto di sala operatoria funzionante è stato valutato da alcuni autori americani intorno ai 13 dollari (3). Poiché i costi maggiori sono quelli legati al pagamento del salario dello staff medico-infermieristico il cui numero normalmente è fisso e non varia giornalmente secondo il numero di pazienti trattati, le amministrazioni ospedaliere hanno tutto l'interesse (e premono per questo) a che il tempo di non-utilizzazione della S.O. sia il più basso possibile, cosi come anche il tempo di sovrautilizzazione (lavoro straordinario).
Le percentuali vicine al 90% da noi raggiunte nei 3 quadrimestri successivi rappresentano dunque, (seguendo la stessa scala di valutazione), un risultato di "ottimale utilizzazione". Il tempo di undertime si è ridotto infatti a 36 minuti giornalieri. Tale risultato è probabilmente dovuto sia alla riduzione di ING (ingresso 1^ paziente) e del TIC (intervallo tra due casi) che ad altri due motivi: a) ad una attenzione scrupolosa nella compilazione del programma operatorio nella fase della preparazione della nota chirurgica (tenendo conto della disponibilità di ore e dalla durata prevista dei casi); b) ad una pronta ridistribuzione degli interventi chirurgici nelle sale operatorie che si rendevano disponibili prima del tempo previsto. Notevole importanza viene infatti data anche da altri autori alla compilazione della nota operatoria. La metodica più efficace per ottimizzare lutilizzazione delle sale operatorie sarebbe rappresentata dal selezionare i giorni a cui assegnare i vari casi chirurgici (la cui durata viene prevista con una buonaccuratezza) e nellinserire successivamente nella nota operatoria eventuali casi aggiuntivi sino a saturare la disponibilità delle sale (6).
Nonostante comunque la migliore pianificazione dellattività chirurgica si è notato durante tutto il periodo esaminato un lieve aumento dei tempi di overtime. Questo dato è forse da attribuire da un lato al maggiore peso degli interventi effettuati in Q2 e Q4 ma soprattutto al fatto che questa sovrautilizzazione si realizzava negli interventi di chirurgia ortopedica (tradizionalmente portata a sconfinare oltre l'orario delle 14) che ha comunque parallelamente lievemente aumentato la sua produttività (passata da 2,79 a 3). Dunque, verosimilmente, senza una così attiva distribuzione degli interventi nelle sale operatorie prontamente disponibili (non sempre realizzabile a causa della difficoltà di creare una nuova equipe chirurgica) il numero di ore di attività operatoria straordinaria sarebbe stato più elevato con un aggravio economico non indifferente per l'amministrazione dell'Ospedale.
Il risparmio di tempo ottenuto dal più rapido turnover del malato o dalla più efficace utilizzazione della S.O. non ha determinato comunque un aumento significativo della produttività (un aumento nel numero dei casi per seduta operatoria). Questo risultato non deve però sorprendere in quanto anche da altri lavori apparsi recentemente in letteratura emerge che laumento del numero degli interventi chirurgici non si ottiene solo attraverso una riduzione dei tempi anestesiologici o di turnover ma soprattutto attraverso una riduzione della durata degli interventi chirurgici (7,8). L'analisi retrospettiva da noi effettuata non ha evidenziato infatti una modificazione nella durata degli interventi chirurgici eseguiti nelle nostre sale operatorie (dato non riportato).
Dopo la valutazione degli indici di efficienza e di produttività abbiamo voluto analizzare il trend di qualità di anestesia durante il periodo esaminato. Infatti qualsiasi tentativo di incrementare l'efficienza e/o la produttività è accompagnata dal rischio di un decremento della qualità prodotta. Noi abbiamo utilizzato il database anestesiologico ed il trend di monitoraggio presente nella cartella anestesiologica per effettuare questo studio e per verificare se vi sono state variazioni qualitative durante questi periodi di aumentata efficienza.
Da alcuni anni utilizziamo degli indicatori di outcome tra quelli adottati dalla JCHAO, con l'obiettivo di creare un sistema di misurazione di performance, ed altri indicatori di processo e di struttura, scelti sulla base di parametri clinici da noi misurabili. Questa è d'altra parte la strategia necessaria per la verifica e il controllo della qualità secondo i principi del Total Quality Management, che abbiamo adottato nel nostro Servizio di Anestesia.
Per quanto riguarda il gruppo di indicatori di outcome è stato verificato 1 episodio mortale in Q4 secondario comunque a cause strettamente chirurgiche, mentre non sono stati registrati eventi neurologici gravi come episodi ictali o condizioni di coma perioperatori e nemmeno complicanze cardiologiche di tipo infartuale. Sono state registrate in ognuno dei periodi in esame 2 complicanze cardiologiche minori (aritmie ipo o ipercinetiche) che hanno determinato il trasferimento dei pazienti nel reparto cardiologico. Dal punto di vista neurologico sono state osservate in Q2 e Q4 delle sindromi neurologiche transitorie a carico di nervi periferici in pazienti sottoposto a chirurgia ginecologica condotti in blended anestesia ma nelle quali era difficile attribuire la causa della sintomatologia a motivi strettamente anestesiologici.
E' di particolare rilievo il non aumento nellincidenza di eventi critici perioperatori (eventi negativi senza avverso outcome). Sebbene il numero percentuale di tali eventi sia leggermente più alto di quello presentato da altri autori (9), i nostri dati si riferiscono ad una tipologia di interventi chirurgici di alta e media chirurgia dove evidentemente sia per la maggiore età media dei pazienti che per la maggiore complessità degli interventi il rischio di eventi critici è maggiore.
Gli eventi critici sono considerati degli ottimi indicatori di sicurezza del paziente in anestesia in quanto si ritiene che la loro causa sia simile a quella che degli eventi che generano degli outcome avversi, fortunatamente molto rari, come gli eventi mortali (10).
Non vi sono state differenze nell'incidenza di complicanze minori durante il periodo esaminato.
Complessivamente dunque gli indicatori di qualità dell'anestesia, nonostante l'aumento del carico di lavoro dello staff anestesiologico e del personale non medico della S.O., non sono diminuiti ed alcuni come quelli di struttura hanno mostrato un progressivo miglioramento.
Trattandosi di un lavoro retrospettivo non abbiamo dei dati relativi alla fatica o allo stress dello staff anestesiologico prodotto dalla pressione esercitata per lavorare più velocemente ed efficientemente ma da questi dati possiamo dedurre che l'incremento del carico di lavoro non ha determinato una riduzione dell'impegno nel mantenere elevata la vigilanza sul piano della sicurezza e di garantire al paziente degli standard di cura di qualità adeguata. Il successo da noi ottenuto nel non incremento dell'incidenza di eventi avversi o critici, non può del resto essere il risultato di un effetto Hawthorne (effetto di miglioramento prodotto dalla consapevolezza di far parte di uno studio) in quanto lo studio è stato effettuato dopo un anno dalle iniziative di miglioramento. Evidentemente non sappiamo se a livelli di efficienza maggiori oppure effettuando un periodo di osservazione più lungo avremmo avuto dei risultati analoghi.
Un limite di questo studio è di non avere potuto analizzare lincidenza dellerrore umano durante le procedure anestesiologiche studiate. Molti studi sperimentali hanno dimostrato una associazione tra carico di lavoro ed errore umano che può essere applicato alle performances anestesiologiche (11). Lo studio retrospettivo dei record anestesiologici studiati non ha consentito una valutazione attendibile dellassociazione tra evento negativo e fattore umano. Un merito di questo studio è stato comunque quello di effettuare uno studio di eventi avversi e complicanze, basato su dati oggettivi non manipolabili (come i trend dei parametri emodinamici). Luso di un sistema di raccolta dei dati automatizzata, come quello da noi utilizzato, facilita lanalisi intraoperatoria dei parametri fisiologici ed identifica gli incidenti con una sensibilità ed una specificità superiori ai sistemi di raccolta di questi eventi basati su un volontario self-reporting effettuato dagli operatori (12).
CONCLUSIONE
Per far funzionare più efficacemente il complesso operatorio occorre certamente disporre di un sistema di informatizzazione che permetta un monitoraggio continuo dellutilizzazione delle S.O. Servendoci della workstation anestesiologica da noi utilizzata abbiamo studiato le varie fasi procedurali perioperatorie ed i tempi di sovra e sottoutilizzazione delle S.O. Le iniziative di miglioramento intraprese hanno determinato una più efficace utilizzazione della sala operatoria ma non un aumento significativo della produttività. Nonostante laumento del carico di lavoro prodotto, lanalisi del trend degli indicatori della qualità delle procedure anestesiologiche non ha mostrato alcuna modificazione.
BIBLIOGRAFIA
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