_______________________________________________________
RICKETTSIOSI E INSUFFICIENZA MULTIPLA D'ORGANO: CASE-REPORTS
_______________________________________________________
Vincenzo Lanza, Amedeo
Pignataro, Loredana Chiarenza, Maria Passafiume
Servizio di Anestesia e Rianimazione - Ospedale Buccheri La Ferla
- Palermo
lanza@unipa.it
ampigna@tin.it
lory@gestelnet.it
pmaria@neomedia.it
Le rickettsiosi delluomo
comprendono una varietà di quadri clinici causati da
microorganismi della famiglia delle rickettsiacae, parassiti
intracellulari obbligati in grado di moltiplicarsi in una o più
specie di artropodi oltre che nelluomo ed in altri animali.
La rickettiosi è una malattia infettiva considerata,
generalmente, benigna; in realtà il 10 % dei casi può avere
delle severe complicanze.
La febbre bottonosa delle montagne rocciose e quella bottonosa
mediterranea sono infezioni che, determinando un danno
endoteliale, provocano una vasta gamma di alterazioni della
coagulazione, dalla piastinopenia (più frequente) alla CID (più
rara).
Endemica nellarea mediterranea, la febbre bottonosa ha
mostrato negli ultimi anni una particolare gravità ed è stata
responsabile di quadri clinici severi. Descriviamo 4 casi di
rickettiosi, tutti provenienti da una zona compresa tra Enna e
Caltanissetta, che sono stati ricoverati nella terapia intensiva
del nostro ospedale nel periodo compreso tra Luglio e ottobre
1999.
Case Reports
Paziente 1
Un paziente di 44 anni viene
ammesso presso il reparto di malattie infettive con una storia di
febbre presente da 4 giorni, astenia, cefalea e dolore addominale.
In seconda giornata le sue condizioni cliniche peggiorano, ha un
episodio convulsivo in seguito al quale viene intubato e
trasferito presso la nostra terapia intensiva.
Allarrivo in terapia intensiva il paziente è intubato
sedato e curarizzato (viene riferito uno stato di agitazione
psico.motoria consecutiva all'episodio convulsivo), per cui non
è valutabile neurologicamente, è ipotermico (T 35.5 C°), e
mostra contrazione della diuresi. La pressione arteriosa media è
di circa 70 mmHg, mentre il polso è aritmico (freq. media 100
bpm). Il paziente presenta inoltre un rush petecchiale diffuso,
una tache noire al piede destro ed epatomegalia.
tache noire al piede | rush petecchiale diffuso | ||
![]() |
![]() |
I dati di laboratorio sono i seguenti:
Ematocrito | Conta bianchi | Conta piastrine | ||
27,5 | 5700 | 18000 | ||
Azotemia | Sodio | Potassio | D-Dimero | Lattati |
235 | 135 | 5,5 | 3,33 | 2,1 |
La radiografia del torace mostra una marcata accentuazione del disegno polmonare con un ingrandimento dellombra cardiaca. | ![]() |
LECG rivela una
fibrillazione atriale ad elevata frequenza ventricolare. Viene
subito instaurata una terapia antibiotica specifica con
chemicetina, garantita un'idratazione con liquidi isoosmotici ed
avviata un'infusione continua d'eparina (500-700 U/h); si ricorre,
inoltre, precocemente all'emofiltrazione veno-venosa continua (CVVH).
In seconda giornata il paziente diventa iperpiretico (T max 39 C°).
Un'ecocardiogramma mostra un ventricolo sn normale, un setto
interventricolare dissincrono, un ventricolo dx dilatato, con una
parte ipocinetica, e prolasso parziale dei lembi mitralici. Gli
enzimi cardiaci sono alterati: LDH 675, CPK 841, e CPK-MB 12,6.
In quarta giornata si verifica una brusca caduta della conta
piastrinica (8000), il dosaggio delleparina viene ridotto
ma se ne continua la somministrazione.
In quinta giornata, per il persistere del quadro di fibrillazione
atriale ad elevata frequenza (> 140 bpm) il paziente viene
defiibrillato e comincia una terapia antiaritmica (cordarone).
Allecg si evidenziano Besv frequenti, bassi voltaggi
periferici, ed un quadro di pregressa necrosi anteriore. Vengono
valutati gli enzimi cardiaci che mostrano un aumento importante
di CPK e LDH e più modesto del CK-MB. In sesta giornata comincia
la ripresa della diuresi.
In dodicesima giornata il paziente viene estubato, il sensorio è
buono, e sospende la CVVH. In 21° giornata viene interrotta la
somministrazione di eparina e due giorni dopo il paziente viene
trasferito presso il reparto di cardiologia.
Il Campione di sangue esaminato in 5° giornata mostrava una
reazione di Weil-Felix positiva con un titolo maggiore di 1:320
contro lantigene OX-19 .
Paziente 2
Una donna di 69 anni giunge in ospedale dopo due giorni di febbre, vomito e comparsa di rush petecchiale nelle ultime 24 ore. Per il peggioramento della situazione clinica, viene trasferita nel nostro reparto, dove arriva intubata e sedata, con insufficienza respiatoria e renale.
L' Rx del torace era quello mostrato in foto : | ![]() |
I dati di laboratorio alla presentazione in reparto sono:
Ematocrito | Emoglobina | Globuli rossi | Globuli bianchi | Piastrine | |
28,9 | 9,4 | 8690 | 3220 | 75.00 | |
Azotemia | Glicemia | Sodio | Potassio | D-dimero | Lattati |
150 | 387 | 143 | 4,1 | 3,10 | 3,6 |
La paziente presenta una lesione simile alla tache noire allalluce del piede destro e un rush petecchiale diffuso.
tache noire allalluce
del piede destro![]() |
rush petecchiale
diffuso![]() |
Viene subito instituita una
terapia antibiotica con chemicetina, eparina, dobutamina. Per il
persistere di oliguria nonostante una idratazione con ca. 3000 ml/die,
la paziente viene sottoposta a CVVH.
Nei primi 7 giorni la paziente presenta mioclonie faciali ed è
molto agitata. Il Glasgow Coma Score è 8. In 9° giornata il
miglioramento del quadro neurologico e respiratorio permette l'estubazione.
In 12° giornata viene interrotta la somministrazione di eparina
in infusione continua. In 13° giornata viene sospesa la
chemicetina per via venosa e si inizia la doxiciclina per via
orale. In 18 ° giornata viene trasferita presso il reparto di
medicina interna in discrete condizioni.
Il prelievo inviato in microbiologia è risultata positivo per la
presenza di anticorpi contro la R. Conorii con IgG 1/40 e IgM 1/
640.
Paziente
3 Una donna di 56 anni viene ricoverata in ospedale per una sintomatologia caratterizzata da febbre da una settimana, vomito e comparsa di esantema seguito da petecchie nelle ultime 48 ore. |
![]() esantema petecchiale |
In terza giornata per il
peggioramento delle condizioni cliniche (turbe del sensorio,
ipossia), la paziente viene intubata e trasferita presso il
nostro reparto con una diagnosi di sospetta rickettsiosi.
Allarrivo la paziente è ipertemica (T 39 C°), non
valutabile neurologicamente in quanto sedata e curarizzata,
oligurica. Sono presenti petecchie al tronco e agli arti
superiori ed epatomegalia. Gli esami di laboratorio sono:
GR | GB | Hb | HT | PLT | |
3860 | 13100 | 11,1 | 33,9 | 48000 | |
glicemia | azotemia | sodio | potassio | D-Dimero | Lattati |
186 | 136 | 146 | 4,2 | 33,8 | 2,6 |
![]() |
La radiografia del torace mostra obliterazione del seno costofrenico dx e accentuazione diffusa della trama con ili congesti., lecocardio è normale. |
Vengono subito eseguiti i prelievi
per siero-diagnosi di Weil-felix e Vidal-Wright che in un primo
momento risultano negativi. Vieni quindi impostata una terapia
con: Chemicetina e ceftriaxone, dobutamina, eparina in infusione
continua, lasix, sucramal, konakion, nutrizione parenterale
continua, immunoglobuline e viene cominciata la CVVH.
In terza giornata la paziente è lucida, e ben orientata nel
tempo e nello spazio.
In quarta giornata la temperatura si riduce e compare un rush
petecchiale diffuso con lesioni ischemiche alla cute degli arti
inferiori, flittene ed edemi declivi. Le lesioni diventano
successivamente emorragiche ed in 6° giornata cominciano a
confluire.
![]() |
evoluzione
delle lesioni ischemiche alla cute degli arti inferiori ![]() |
![]() |
L'anemizzazione della paziente
richiede la trasfusione di alcune unità di sangue. Viene
ripetuto il prelievo per sierodiagnosi che risulta positivo per
la presenza di anticorpi contro la R. Conorii con IgG 1:160 e IgM
1:80.
In 8° giornata la paziente viene estubata. In 10° giornata
viene sospesa la CVVH. In 15° giornata alle gambe si formano
delle escare che si cominciano a trattare con Iruxol. In 16°
giornata si sospende la somministrazione di eparina. In 20°
giornata viene trasferita presso il reparto di medicina dellospedale
di appartenenza.
Paziente 4
Un uomo di 69 anni, proveniente da
un altro nosocomio, dove era stato ricoverato il giorno prima per
shock, stupore e CID, giunge presso il nostro reparto già
intubato, sedato e curarizzato con una sospetta diagnosi di
ricckettsiosi: il paziente era già noto al personale di reparo
perchè marito di un'altra paziente affetta da rickettsiosi
ricoverato presso la nostra terapia intensiva il mese precedente
e descritta al case-report n° 2.
Allingresso il paziente presenta i seguenti esami emato-chimici:
|
![]() |
||||||||||||||||||||||
La radiografia al torace evidenzia una ipodiafania diffusa, e lecg metteva in risalto una fibrillazione atriale a 120 b/min. Allesame obiettivo si evidenzia splenomegalia, rush petecchiale diffuso e una lesione necrotica al piede sn, ipertermia. |
rush petecchiale
diffuso![]() |
lesione necrotica
al piede sn (tache noir)![]() |
Viene subito instaurata terapia
con chemicetina, tobramicina, dobutamina, eparina, furosemide,
lanoxin, nizatidina, oltre a cominciare la CVVH.
In 2° giornata il paziente va incontro ad un sanguinamento
digestivo per un'ulcera duodenale; la piastrinopenia si aggrava
ulteriormente con 16.000 piastrine. Leparina viene ridotta
ma non sospesa e si infondono 2 unità di pappe piastriniche.
In sesta giornata il paziente viene estubato. In 8° giornata
viene interrotta la CVVH. In 17° giornata il paziente viene
trasferito al reparto di medicina della sua città di origine.
Il prelievo di sangue eseguito allingresso è risultato
positivo per R. Conorii con IgG 1/400 e IgM negative. Abbiamo
quindi inviato un secondo prelievo dopo 15 giorni il cui
risultato era analogo al primo, con in più la positivizzazione
delle IgM.
Discussione
Lagente eziologico delle febbre bottonosa mediterranea fa parte del gruppo delle rickettsie delle febbri maculose. Le zecche ixoidi e piccoli animali selvatici costituiscono il serbatoio naturale mentre luomo, inserendosi accidentalmente nel ciclo, finisce per interrompere la catena epidemiologica. E stata osservata una periodicità stagionale della febbre bottonosa mediterranea, con un picco tra Aprile e Settembre.
una zecca![]() |
La distribuzione geografica delle varie forme di rickettsiosi viene riportata in tabella 1 . |
La puntura della zecca determina
frequentemente una lesione caratteristica, la tache noire, un'area
necrotica che associata alla febbre e al rush maculopapuloso è
tipica della febbre bottonosa mediterranea. La proliferazione
delle rickettise nelle cellule endoteliali dei piccoli vasi
provoca una vasculite responsabile della maggior parte dei quadri
patologici di questa malattia. Le cellule endoteliali, infatti,
rigonfiano, proliferano e degenerano, spesso con formazione di
trombi che occludono parzialmente o completamente il lume
vascolare. Il danno vascolare appare disseminato lungo arterie,
vene e capillari. Le lesioni sebbene sparse per tutto lorganismo
si localizzano più frequentemente nella cute, nei muscoli, nel
cuore, nei polmoni e nel cervello.
Nel nostro territorio è endemica la febbre bottonosa, il cui
quadro clinico esordisce dopo un periodo di incubazione di 6-18
giorni con febbre elevata ad inizio brusco, che persiste per 4-8
giorni e scompare lentamente per lisi. I sintomi generali sono
rappresentati da cefalea, mialgie, altralgie e sintomi
neurologici sfumati. Vi è un esantema che inizia di solito al 4°
giorno di malattia, con esordio agli arti inferiori ed estensione
al tronco e agli arti superiori, con elementi eruttivi poco
numerosi di colorito roseo, poi rossi, maculopapulosi ma anche
nodulari che non risparmiano i palmi delle mani e le piante dei
piedi. In genere non vi è tendenza dellesantema a
confluire. La tipica tache noire va ricercata nei punti più
nascosti (inguine, cavo ascellare, cuoio capelluto) ma può anche
mancare. Il decorso è di solito più mite rispetto alla febbre
maculosa (R. ricckettsii), con una minore frequenza di
complicanze gravi. Nelle forme più gravi della malattia si
verifica un interessamento multiorgano con turbe neurologiche,
insufficienza renale acuta, shock. Le siero-diagnosi basate sull'aumento
del titolo anticorpale, sebbene specifiche, non si positivizzano
che dopo 10-15 giorni dall'esordio clinico della malattia e non
sono pertanto utili nella prima fase. Le forme gravi e fulminanti
vanno diagnosticate rapidamente sui rilievi clinici e trattate
con terapia antibiotica specifica (chemicetina, doxiciclina) e di
supporto. I casi mortali sono, comunque, rari e di solito
circoscritti a soggetti anziani o con delle patologie di base
come dibete mellito, alcolismo o deficienza di G6PD. La febbre
bottonosa è quindi una patologia che raramente viene osservata
in terapia intensiva.
In terapia
intensiva![]() |
Tutti i nostri pazienti
alla presentazione in terapia intensiva mostrano un grave
quadro di shock ed insufficienza multiorgano. La
vasculite a livello renale crea un danno con oligo-anuria,
che è presente in tutti i 4 casi clinici. Tutti i
pazienti hanno un esantema con formazione di petecchie,
che nel terzo caso evolve sino a formare lesioni simili
ad ustioni di secondo grado. Il danno vascolare sarebbe
responsabile della miocardite del primo paziente, così
come sarebbe alla base della compromissione neurologica
più o meno grave che accomuna i pazienti. Tutti i
pazienti presentano piastrinopenia senza però
manifestare sanguinamenti importanti nemmeno durante le
procedure invasive eseguite in terapia intensiva. La nostra terapia è consistita di antibiotico-terapia specifica (chemicetina), di inotropi (dobutamina), diuretici, antibiotici ad ampio spettro, NPT, integratori (vitamine, oligoelementi, etc) e gastropotettori; l'uso di eparina sodica in infusione continua è stato mantenuto nonostante la pastrinopenia, a volte molto grave, che ha accomunato i quattro pazienti, senza peraltro avvalerci dellausilio di trasfusioni di pappe piastriniche. |
Il razionale della terapia
anticoagulante è stato quello di trattare questi pazienti in
analogia a quanto viene fatto nei pazienti affetti da CID, sulla
base delle comuni lesioni anatomo-patologiche dei due quadri
clinici. In tutti casi in esame si è ricorso precocemente allutilizzo
della emofiltrazione venovenosa continua (CVVH) e della
emodiafiltrazione venovenosa continua (CVVHDF), come trattamento
depurativo degli stati di sepsi. Gli esami di laboratorio
condotti su questi casi, hanno confermato in secondo tempo,
sierologicamente, la presenza di rickettsia conorii.
I nostri pazienti, tutti provenienti dalla provincia di
Caltanissetta, hanno un decorso clinico del tutto simile a quello
che in letteratura mondiale viene attribuito al la R. Rickettsii,
(febbre maculosa delle montagne rocciose) che è endemica dellemisfero
occidentale, ossia un grave quadro che conduce a insufficienza
multiorgano. Il riscontro della stessa malattia nei coniugi, come
riportato nei casi 2 e 4, presentatisi alla nostra osservazione
in tempi diversi, potrebbe fare ipotizzare una possibile
trasmissione della rickettsiosi per contagio interumano diretto,
d'altro canto impossibile da accertare con chiarezza.
Dagli infettivologi viene esclusa la possibilità di avere
importato la R. Rickettsii a causa delle locali condizioni
climatiche che sono incompatibili con il ciclo vitale di questo
microorganismo. E più verosimile che la R. Conorii abbia
subito un mutamento genetico che labbia resa più virulenta,
e questa è lipotesi a cui si sta studiando. Ogni estate in
Sicilia si registrano numerosi quadri febbrili dovuti all'infezione
da R. Conorii trasmessa dalle zecche, mentre molte febbri ad
eziologia sconosciuta potrebbero, ad un'indagine più accurata,
essere ricondotte alla rickettsiosi. Nei paesi dell'area
mediterranea, quindi, è necessario considerare questa malattia
nelle diagnosi differenziali di casi di febbre di n.d.d , anche
in assenza di storia chiara di contatto con zecche.
I casi descritti dimostrano che la rickettsiosi è una patologia
che, se non riconosciuta in tempo e quindi trattata adeguatamente,
può condurre un paziente in rianimazione con un grave quadro di
MOF. La terapia antibiotica empirica, basata, abitualmente sull'impiego
delle cefalosporine, non è efficace in questa malattia e non
impedisce l'evoluzione verso le forme piu gravi; le tetracicline,
non disponibili per via parenterale, e soprattutto il
cloranfenicolo iniettabile, rappresentano il trattamento
antiinfettivo di scelta.
Lepidemiologia e le caratteristiche cliniche delle
ricckettiosi stanno cambiando; i medici e gli operatori della
sanità devono prestare attenzione a questo fenomeno, nella
possibilità di identificare nuovi foci di malattia, e attuare di
conseguenza i provvedimenti preventivi più idonei.
Per vedere il servizio del TG3 sulla "epidemia" estiva della rickettsiosi in Sicilia apri il filmato >> |
|
Malattia | Organismo | Area geografica | Distribuzione del rush | Escara |
Spotted fever group | ||||
RMSF | R.Ricckettsii | Emisfero occident | Arti, tronco | No |
F: bottonosa | R. conorii | Mediterraneo | Arti, tronco, viso | si |
Queesland tifo | R. australis | Australia | Arti,tronco,viso | si |
Nord Asia tifo | R. sibirica | Siberia, Mongolia | Arti,viso, tronco | si |
Ricckettsialpox | R. Akari | USA,URSS,Africa | Vescicolare | si |
Gruppo del tifo | ||||
Tifo epidemico | R. Prowazekii | Tutto il mondo | Arti e tronco | No |
Brill- Zinsser | R. Prowazekii | Tutto il mondo | Arti e trinco | No |
Tifo murino | R. tiphii | Tutto il mondo | Arti e tronco | No |
Altri | ||||
Febbre Q | C. burneti | Tutto il mondo | Assente | No |
BIBLIOGRAFIA
Informazioni sulla rivista
ESIA-Italia
EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY and CRITICAL CARE MEDICINE
- Italia
costituisce la parte Italiana della versione Americana,
pubblicata su Internet da Keith J Ruskin, Professore di Anestesia
alla Università di Yale. I lavori saranno accettati sia in
lingua Italiana che Inglese. In quelli di lingua Italiana un
corposo riassunto in Inglese verrà preparato dalla redazione,
qualora l'autore non fosse in grado di fornirlo. A cura della
redazione sarà inoltre la traduzione in Italiano dei manoscritti
inviati in lingua Inglese. La rivista sarà inviata gratuitamente
a tutti quelli che ne faranno richiesta, inviando il seguente
messaggio "Desidero ricevere ESIA versione italiana"
indirizzato a LANZA@MBOX.UNIPA.IT
La rivista pubblica rewiews e
lavori originali compiuti nei campi dell'anestesia e della
medicina critica. I lavori originali riguardano ricerche cliniche,
di laboratorio e la presentazione di casi clinici. Le reviews
includono argomenti per l'Educazione Medica Continua (EMC),
articoli di revisione generale o riguardanti le attrezzature
tecniche. ESIA pubblica le lettere all'Editore contenenti
commenti su articoli precedentemente publicati ed anche brevi
comunicazioni. La guida per gli autori può essere consultata
collegandosi al sito ANESTIT all'indirizzo: http://www.unipa.it/~lanza utilizzando la sezione riservata ad ESIA-Italia;
oppure può essere richiesta inviando
un messaggio a lanza@mbox.unipa.it EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY
and CRITICAL CARE MEDICINE Sezione
Italiana
Il numero della rivista è anche
ottenibile attraverso World-WideWeb WWW: l'URL per questo numero
di ESIA è: http://www.unipa.it/~lanza/esiait/esit9910.txt
Il nome della rivista è esitaamm,
dove aa è l'anno ed mm il mese (per esempio questo numero è
esit9910.txt)
LA REDAZIONE DI ESIA ITALIA
DIRETTORE:
Vincenzo LANZA
Primario del Servizio d'Anestesia e Rianimazione Ospedale
Buccheri La Ferla Fatebenefratelli Palermo LANZA@MBOX.UNIPA.IT
Terapia Intensiva
Antonio Braschi
Primario del Servizio d'Anestesia e Rianimazione 1 -
Policlinico S. Matteo - IRCCS Pavia
Anestesia Cardiovascolare
Riccardo Campodonico
Responsabile dell'Unità di Terapia Intensiva
Cardiochirurgica - Azienda Ospedaliera di Parma ricrob@mbox.vol.it
Anestesia e malattie epatiche
Andrea De Gasperi
Gruppo trapianti epatici / CCM - Ospedale Niguarda - Milano
Medicina critica e dell'emergenza
Antonio Gullo
Professore di Terapia Intensiva - Direttore del Dipartimento
di Anestesia e Terapia Intensiva -Università di Trieste
Anestesia ed informatica
Vincenzo Lanza
Primario del Servizio d'Anestesia e Rianimazione - Ospedale
Buccheri La Ferla Fatebenefratelli - Palermo
Tossicologia
Carlo Locatelli
Direttore del Centro di Informazione Tossicologica Centro
antiveleni di Pavia - Fondazione Scientifica "Salvatore
Maugeri Clinica del Lavoro e della Riabilitazione"- Pavia
Terapia Antalgica e Cure Palliative
Sebastiano Mercadante
Aiuto del Servizio d'Anestesia e Rianimazione - Ospedale Buccheri La Ferla
Fatebenefratelli - Palermo mercadsa@mbox.vol.it