ISSN 1080-3521
EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY
and
CRITICAL CARE MEDICINE - Italia -
Il giornale Italiano online di anestesia Vol 8 No 10 Ottobre 2003
Vincenzo Lanza, MDServizio di Anestesia e RianimazioneOspedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli Palermo, ItalyE-mail: lanza@mbox.unipa.it |
Keith J Ruskin, MDDepartment of Anesthesiology Yale University School of Medicine333 Cedar Street, New Haven, CT 06520 USAE-mail: ruskin@gasnet.med.yale.edu |
Copyright (C) 1997 Educational Synopses in Anesthesiology and Critical Care Medicine. All rights reserved. Questo rivista on-line può essere copiata e distribuita liberamente curando che venga distribuita integralmente, e che siano riportati fedelmente tutti gli autori ed il comitato editoriale. Informazioni sulla rivista sono riportate alla fine |
In questo numero:
ATTI CONGRESSUALI ONLINE XVII Congresso
Nazionale della Società Italiana di Terapia Intensiva S.I.T.I
dal corso "Anestesia & Rianimazione"
2 La Sala Accoglienza dell'UTIR: organizzazione infermieristica presso l'Ospedale Buccheri La Ferla di Palermo
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ATTI CONGRESSUALI ONLINE
XVII Congresso
Nazionale della Società Italiana di Terapia Intensiva S.I.T.I.
La redazione di Esia-Italia dedica
alcuni suoi numeri alla
presentazione online di una selezione degli atti del XVII Congresso Nazionale
SITI (Società Italiana di Terapia Intensiva), tenutosi nel Settembre 2003 a
Palermo.
Attraverso ESIA, i
presidenti, il comitato organizzatore e il comitato scientifico del congresso SITI hanno
deciso di offrire il materiale scientifico congressuale per la libera
consultazione online, certi di incontrare il bisogno di formazione e di
aggiornamento dei lettori: anestesisti-rianimatori, infermieri, chirurghi e altri
addetti ai lavori dell'area critica. La selezione degli articoli spazia tra le
diverse aree di interesse, valorizzando le competenze mediche e
infermieristiche delle tematiche trattate, a sottolineare che solo una crescita
culturale di tutto il gruppo di lavoro può garantire i migliori risultati di
cura sui pazienti critici.
Pertanto Esia-Italia, perseguendo le proprie finalità costitutive di strumento
elettronico di formazione scientifica e tecnica, si offre come canale di pubblicazione dei lavori
congressuali; in
ogni caso la redazione di Esia-Italia non si riterrà responsabile di errori o
di omissioni ravvisabili nei testi prodotti nè dell'eventuale impropria
utilizzazione delle tecniche descritte.
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Linee Guida in Terapia Intensiva: la Sala Accoglienza
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A. Pignataro, Anestesia e Rianimazione, Ospedale Buccheri La Ferla FBF, Palermo
Negli ultimi anni nel nostro sistema sanitario si è manifestata una forte
esigenza di miglioramento della qualità e dell'efficacia delle prestazioni
sanitarie, con la conseguente, rapida crescita di interesse per la tematica
delle linee guida in medicina, da parte di tutti i livelli istituzionali e
operativi impegnati nel garantire un'adeguata assistenza sanitaria al Paese.
Da ciò sono scaturiti programmi ed attività per la produzione, disseminazione ed
implementazione di linee guida, la cui validità va continuamente verificata,
finalizzate al raggiungimento dei migliori risultati per il paziente, alla
riduzione delle disuguaglianze assistenziali, all'ottimizzazione dell'uso delle
risorse.
L’esiguità e il costo dei posti letto di rianimazione impone l’osservanza di
strette regole che regolino l’ammissione e il trasferimento o la dimissione dei
pazienti; per questo scopo, è necessario, creare linee guida che, scaturite
dalla realtà operativa di ogni terapia intensiva, possano rappresentare
riferimento per i medici e strumento essenziale di cura.
L’attività giornaliera del medico di guardia in terapia intensiva è ritmata da
un flusso di lavoro in cui l’informatica occupa un ruolo fondamentale.
Similmente a quello che è l’organizzazione dell’attività anestesiologica in sala
operatoria e nei reparti di degenza chirurgici, dove la visita preoperatoria, la
registrazione on-line dei dati registrati dal monitor di sala operatoria e la
compilazione della cartella anestesiologica informatizzata rappresentano i
momenti cruciali della routine anestesiologica, la vita in UTIR si appoggia alla
cartella di rianimazione, cui afferiscono medici e infermieri, per la tempistica
giornaliera.
Nuovo paziente
L’ingresso di un nuovo paziente in UTIR prevede un accordo tra il medico di
guardia e i colleghi esterni al reparto, si tratti di malati dello stesso
ospedale o di altri ospedali. Nel caso di proposte di ricovero provenienti da
altri ospedali, il medico di guardia in UTIR deve cercare di ottenere il massimo
delle informazioni riguardanti il nuovo ricovero dai colleghi che propongono il
trasferimento. Durante il colloquio telefonico con i colleghi di altri ospedali,
il medico di guardia deve individuare la congruenza della proposta di ricovero
in UTIR in relazione a:
patologia/e che motiva il ricovero
necessità di accertamenti diagnostici e/o a provvedimenti terapeutici altrimenti
impossibili nella nostra struttura.
Patologia
La presenza di condizioni critiche di un paziente impongono per definizione il
ricovero dello stesso in UTIR. E’ molto importante che il medico di guardia
analizzi dalle informazioni fornite dal collega che richiede il ricovero, la
possibilità che lo stato di alterazioni delle funzioni vitali di un paziente sia
reversibile ovvero che la degenza in rianimazione possa apportare un reale
beneficio al paziente, dandogli la possibilità di un successivo trasferimento in
un reparto di degenza “tradizionale" (es. medicina, cardiologia, chirurgia
generale). Spesso la richiesta per un posto letto di un paziente intubato e
sottoposto a ventilazione meccanica pone il medico di rianimazione nella scomoda
situazione di “accettare” un paziente che dalla storia clinica appare
chiaramente privo di chances.
Un aspetto particolare da chiarire con i colleghi è l’avvenuta comunicazione dei
sanitari con i familiari del paziente in pericolo di vita. I parenti, per
motivazioni affettive e tecniche, non hanno una precisa conoscenza delle
condizioni di salute dei loro cari e devono essere i medici curanti ad
informarli correttamente in modo da non proporre un ricovero in rianimazione per
quei paziente “troppo malati” per beneficiare della terapia intensiva.
Necessità di accertamenti diagnostici
Le patologie mediche e chirurgiche che richiedono procedure diagnostiche e/o
terapeutiche o consulenze specialistiche che non possono essere eseguite presso
il nosocomio di accoglienza devono essere espletate prima che il paziente giunga
in rianimazione. Ci si riferisce soprattutto a pazienti affetti da accidenti
vascolari cerebrali per i quali la TAC in condizioni basali rappresenta l’esame
cardine per la diagnosi e la differenziazione in forme ischemiche ed
emorragiche. Le patologie emorragiche di pertinenza neurochirurgica seguiranno
l’iter “naturale”; in questi casi il ricovero in rianimazione del paziente potrà
essere accettato dopo l’intervento chirurgico purchè il paziente non mostri un
immediato bisogno di revisione chirurgica; l'invio degli esami diagnostici a
consulenza presso il più vicino centro neurochirugico, potrà offrire
l'opportunità di evitare il trasporto del paziente ed accoglierlo in UTIR qualora
non vi fosse indicazione all'intervento chirurgico (es. emorragie cerebrali
massive) . Il medico dell’UTIR dovrà sempre accertarsi di tali problematiche.
Qualora si accetti il paziente vanno concordate con il chirurgo le modalità di
assistenza postoperatoria ed i tempi di controllo diagnostico; se possibile
vanno anche chiarite le scadenze temporali per le consulenze. I pazienti
cardiologici con infarto in atto passibile di trattamento angioplastico o
protesico non vanno accettati prima dell’esecuzione delle tecniche suddette a
meno che le condizioni cliniche (coma dopo arresto cardiaco) non richiedano
diversamente.
Per i pazienti che arrivano da altri nosocomi è importante che il medico dell’UTIR
informi il collega dell’obbligo al transito dal pronto soccorso in modo che il
medico di guardia possa redigere una scheda di accettazione del paziente senza
la quale risulterà impossibile la refertazione di ogni procedura ed esame
relativo al paziente stesso. Nel caso di arrivo di pazienti particolarmente
gravi, compatibilmente ai propri impegni in ospedale, il medico di guardia
esterno potrà scendere in pronto soccorso per sincerarsi delle condizioni del
paziente all’ingresso in ospedale e prendere le consegne dal rianimatore che ha
trasportato l'infermo. Quest’atteggiamento eviterà, non ultimo, di ricoverare in
UTIR pazienti che si trovassero già moribondi all’arrivo in p.s.
La sala accoglienza (SA) si presenta come una postazione di lavoro completamente
attrezzata per prestare le prime cure al paziente che proviene dall’esterno.
L’unica eccezione per cui non è necessario ricorrere alla SA è rappresentata dai
trasferimenti dei pazienti dalla sala operatoria; in questo caso il medico di
guardia in UTIR ha già provveduto a visionare il paziente e avrà già concordato
con il collega anestesista che ha eseguito l’anestesia la necessità del
ricovero.
L’infermiere addetto all’accoglienza avrà cura di controllare le apparecchiature
e il necessario per le prime manovre di sostegno delle funzioni vitali prima
dell’atteso ricovero. Per i protocolli di accoglienza di pertinenza
infermieristica si veda l’apposito argomento.
La sequenza delle valutazione e provvedimenti da attuare nei riguardi del malato
critico è la seguente:
A = Airway = vie
aeree
B = Breathing = respirazione
C = Circulation = circolo
M = Monitoraggio
D = Drug/farmaci
E = Esami diagnostici e di laboratorio
V = Accesso venoso centrale
A (Vie aeree) B (ventilazione)
Il paziente intubato va immediatamente collegato al respiratore meccanico
presente in SA, impostando la frequenza respiratoria per minuto e il volume
minuto. Segue l’auscultazione dl torace per la valutazione del corretto
posizionamento del tubo endotracheale.
La frazione di ossigeno inspirata (FiO2) va impostata a 1 (100%) fino a che il
primo EAB non sia disponibile. Nel caso di pazienti agitati e disadattati al
respiratore, qualora l’assetto emodinamico lo consenta è possibile usare piccole
dosi di ipnotici e di miorilassanti.
C (circolo)
La valutazione del circolo si effettua con il monitoraggio continuo dell’ECG a
tre derivazioni e della pressione cruenta, impiegata di routine nel nostro
reparto. L’incannulamento arterioso avviene utilizzando un ago cannula (22G); la
sede preferita per ragioni anatomiche (presenza di un circolo collaterale) è
l’arteria radiale a livello del polso. Accessi alternativi dipendono dalla stato
emodinamico del paziente: in condizione di ipotensione grave è opportuno
ricorrere all’incannulamento dell’arteria femorale con un catetere in
poliuretano di 20 cm di lunghezza (20G). La manovra va effettuata in modo
asettico.
Monitoraggio
Il monitoraggio standard in uso in terapia intensiva prevede:
EGC
Pressione arteriosa sistemica per via cruenta
Ossimetria pulsatile
Temperatura interna (vescicale)
Respiro
I pazienti con alterazioni del sensorio vanno sottoposti al monitoraggio del CSA
(elettroencefalografia spettrale continua). Questa metodica consiste nella
rilevazione e integrazione delle onde elettroencefalografiche secondo la loro
ampiezza; queste vengono rappresentate in un sistema di assi nel quale in
ascissa è rappresentata l’ampiezza e in ordinata il tempo.
Esami diagnostici e di laboratorio
Rx torace
ECG su carta a 12 derivazioni
Esami di routine di laboratorio
Broncoaspirato (nei pz. Intubati)
Urinocoltura
Accesso venoso centrale
Preferire quando possibile l’accesso dalla via basilica o cefalica con cateteri
lunghi (60-70 cm). In caso contrario, utilizzare la via centrale che meglio
risponde alla patologia del paziente. Segue il controllo radiografico del torace
per la conferma del corretto posizionamento del catetere venoso.
Cartella informatizzata
Una tappa fondamentale dell’accoglienza è rappresentato dalla compilazione della
cartella di rianimazione informatizzata; essa comprende tutte le fasi che
riguardano i precedenti clinici del paziente i trattamenti già effettuati in
altre strutture, l’esame obiettivo all’arrivo e i trattamenti. La creazione
della cartella permette la registrazione automatica dei dati emogasanalitici e
dei dati dei monitor.
Igiene
La denudazione e la pulizia del paziente assieme al controllo ed eventuale
sostituzione degli accessi vascolari, dell’apparato respiratorio, renale e
gastroenterico in sala accoglienza è una tappa fondamentale per cercare di
abbattere i focolai d’infezione nei pazienti già ricoverati in altri reparti
d’emergenza.
Terminata questa prima tappa il paziente viene collocato nella postazione
definitiva (box) all'interno del reparto.
Colloquio con i familiari dei pazienti
Alla fine dell’accoglienza una volta stabilizzato il paziente, il medico di
guardia ha un colloquio con i parenti del paziente appena ricoverato per
raccogliere informazioni sull’anamnesi immediata e remota e fornire lloro e
prime informazioni sulle condizioni del malato e sulle abitudini del reparto. La
consena di un pieghevole permette di completare le informazioni fornite
oralmente.
Pazienti degenti
I pazienti degenti sono ricoverati nei posti letto numerati dal numero 1 al
numero 7. L'assegnazione del numero di posto letto viene fatta dal medico di
guardia al momento del ricovero del paziente in terapia intensiva; nella scheda
ingresso paziente della cartella di rianimazione è previsto un campo apposito.
Il numero del box è necessario per la registrazione automatica del trend dei
dati di monitoraggio "letti" dal monitor del paziente. I pazienti degenti sono
in linea nella cartella di rianimazione; ognuno possiede un diario clinico, una
sezione diagnostica e consulenze, una sezione dedicata agli esami
microbiologici, una agli esami di laboratorio, una alla nutrizione parenterale e
alla terapia;
Vengono di seguito riportate le "Linee
Guida per l'Ammissione, la dimissione ed il Triage dei pazienti in terapia
Intensiva"
redatte dal Gruppo di studio del Collegio Americano di Terapia Intensiva,
Società Americana di Terapia Intensiva (SCCM).
L'utilizzazione
appropriata delle risorse delle ICU è un argomento importante dal momento che la
nazione si batte per contenere le spese della sanità. Le linee guida qui
proposte forniscono modelli che le ICU possono usare per formulare criteri
d'ammissione, ricovero e triage. Viene incluso anche un processo per la
realizzazione, il monitoraggio, la performance e la revisione delle regole e
procedure.
Il concetto di ICU oggi prevalente è nato negli anni 60 (1-3). La prima
Conferenza di Consenso in Terapia Intensiva condotta dall'Istituto Nazionale
della Sanità nel 1983, aveva messo in evidenza che la pratica clinica aveva
condotto all'aumento delle indicazioni al ricovero in terapia intensiva (4). La
maggior parte dei medici sono del parere che i benefici della ICU sono più
difficili da misurare che incerti (5). A causa dell'uso di risorse costose, le
ICU dovrebbero, in linea generale, essere riservate a quei pazienti con
condizioni mediche reversibili che hanno un "aspettativa ragionevole di
sostanziale recupero" (4-6). Con le recenti modifiche dell'ambiente sanitario,
l'uso efficiente delle ICU è diventato una priorità. Pochi studi,
sfortunatamente hanno esaminato le indicazioni e la prognosi delle cure
intensive (7-10). Quelli che esistono suggeriscono che è impossibile suddividere
i pazienti in maniera accurata. Kraiss e altri (8), per esempio, hanno valutato
196 pazienti sottoposti ad endoarterectomia nel periodo di 2 anni. Non vi furono
differenze nella prognosi e nelle complicazioni tra il gruppo ricoverato in
terapia intensiva e quello trattato in un reparto di degenza ordinaria (8).
La Commissione Etica della Società Americana di Terapia Intensiva ha pubblicato
precedentemente una dichiarazione di consenso sul triage (11). Sono state
indicate anche le linee guida per lo sviluppo di criteri di ricovero e di
dimissione (12). Il documento corrente è una compilazione e revisione delle
linee guida pubblicate precedentemente.
Ogni ICU, usando le linee guida presentate di seguito, potrà creare regole
specifiche alla loro unità. I criteri per il ricovero, la dimissione ed il
triage dovrebbero essere descritti in modo esplicito. Ogni ICU, inoltre,
dovrebbe definire lo scopo delle attività forniti e la popolazione di paziente
serviti, come approvato dallo staff professionale. Circostanze specifiche in cui
i pazienti sono ammessi dovrebbero anche essere definite (12-14). Le linee guida
e le regole di attuazione dovrebbero essere scritte da un gruppo
multiprofessionale. Mentre la composizione della Commissione della ICU può
variare, questa dovrebbe assicurare una voce adeguata per colore che
regolarmente forniscono servizi ai pazienti delle ICU, incluso gli pneumologi,
gli infermieri, i medici e gli assistenti sociali.
La Commissione medica della ICU dovrebbe rivedere i regolamenti della terapia
intensiva e di quella post-intensiva. Essa, inoltre, dovrebbe anche educare lo
staff ai criteri di ammissione/dimissione/triage, e all'impiego efficiente delle
risorse.
Regole scritte per l'ammissione, la dimissione ed il triage dovrebbero essere
riviste su basi regolari e modificate al bisogno. Le modifiche dovrebbero essere
basate su dati obiettivi. La conformità con le regole dovrebbe essere monitorata
in un forum appropriato, che nella maggior parte delle istituzioni sarà la
Commissione della ICU. Un regolamento dovrebbe essere presente per le ammissioni
in appoggio in altri reparti quando si raggiunge la piena capacità dell'unità.
Le opzioni possono includere la limitazione della chirurgia elettiva o la
riammissione in terapia intensiva dai dipartimenti d'emergenza. L'incremento
della capacità funzionale di una ICU ricoverando pazienti in altre aree
d'assistenza avanzata (ammesso che siano disponibili personale e risorse
tecnologiche appropriate) può essere un'alternativa alla limitazione degli
accessi.
I criteri d'ammissione, dimissione e selezione dovrebbero valutare l'autonomia
del paziente, incluse le direttive successive come il testamento vitae o il
mandato di un avvocato per decisioni mediche. Dovrebbero anche indicare chi può
ammettere pazienti in ICU.
LIVELLI DI
RACCOMANDAZIONI PER LE UNITA' DI TERAPIA INTENSIVA
La ICU serve come un luogo di monitoraggio e d'assistenza di pazienti con
grave instabilità delle variabili fisiologiche che richiedono supporto tecnico
e/o artificiale delle funzioni vitali. Il livello di cura in una ICU è maggiore
di quello disponibile in un reparto di degenza o in unità post-intensiva.
Sistema di classificazione
Livello 1. giustificabile in modo
convincente sulla base di sola evidenza scientifica
Livello 2: giustificabile in modo
ragionevole sulla base di evidenza scientifiche e fortemente supportata
dall'opinione di esperti in terapia intensiva.
Livello 3: manca un'adeguata evidenza
scientifica ma è ampiamente supportata dai dati disponibili e dall'opinione di
esperti in terapia intensiva.
Raccomandazioni
1. (Livello 3) La ICU dovrebbe
possedere dirigenti medici ed infermieri responsabili d'assicurare
un'appropriata selezione del paziente tramite l'applicazione di criteri
d'ammissione e di dimissione. Tale selezione deve considerare i bisogni dei
pazienti e dell'istituzione.
2. (Livello 3) I dirigenti medici ed
infermieri dovrebbero determinare i limiti dell'assistenza, la telemetria, la
ventilazione meccanica ed il tipo dei farmaci endovenosi.
3. (Livello3) Commissione della ICU - Una
commissione multidisciplinare dovrebbe essere coinvolta nello sviluppo e
nell'implementazione di criteri d'ammissione e di dimissione.
4. (Livello 2) La fornitura di cure
intensive migliora l'esito dei pazienti critici.
5. (Livello 2) Un gruppo multiprofessionale
guidato da un intensivista migliora l'esito dei pazienti critici in relazione
alla mortalità, durata della degenza e consumo delle risorse (15, 16).
CRITERI D'AMMISSIONE
I criteri d'ammissione dovrebbero selezionare pazienti che possano beneficiare
dal trattamento della ICU (2). Griner (10) ha identificato due condizioni nelle
quali la ICU non era di maggior beneficio rispetto all'assistenza convenzionale.
Situazioni che riguardavano pazienti che erano ai due estremi dello spettro di
rischio di morte: rischio di morte relativamente basso e rischio di morte
estremamente elevato. Questi gruppi possono essere definiti come "troppo sano
per trarre vantaggio" e "troppo malato per trarre vantaggio" dalle unità di
terapia intensiva. Le cure intensive si è dimostrato migliorino la prognosi
degli ammalati gravi ed instabili (17, 18). Definire un malato di "troppo sano
per trarre vantaggio" e "troppo malati per trarre vantaggio" può essere
difficile basandosi soltanto sulla diagnosi (7, 19–24). I pazienti in overdose
farmacologica sono ricoverati abitualmente in ICU. Brett e al. (19), tuttavia
hanno dimostrato che pazienti senza criteri clinici di rischio elevati non
richiedono mai cure intensive. Ciò nonostante, il 70% di tali pazienti a basso
rischio furono ammessi in ICU per osservazione.
In aggiunta alle difficoltà nel determinare la popolazione di pazienti che sono
troppo sani o troppo malati per trarre beneficio dalla terapia intensiva, i
criteri di definizione del "sostanziale beneficio" sono soggetti ad
interpretazione. Paz et al. (21), per esempio hanno esaminato i ricoveri di una
terapia intensiva medica in seguito a trapianto di midollo osseo. I pazienti
trapiantati di midollo sottoposti a ventilazione meccanica ebbero una
percentuale di dimissione dalla ICU di solo 3.7% confrontati con una percentuale
di dimissione di 81.3% di quei pazienti che non avevano richiesto la stessa
terapia (21). Lavori pubblicati in precedenza (22–24) avevano documentato una
analoga bassa percentuale di sopravvivenza per i pazienti trapiantati di midollo
osseo che avevano richiesto la ventilazione meccanica (da 2.5% a 7.0%). Se una
percentuale di 2.5%-7% di dimissione di pazienti trapiantati di midollo osseo
richiedenti ventilazione meccanica sia sostanziale o no può dipendere dalla
struttura. Tali interpretazioni possono condurre a differenze nei criteri
d'ammissione tra diverse istituzioni e medici.
E' raccomandato, pertanto, che i medici di terapia intensiva comprendano gli
strumenti per valutare la gravità delle patologie e la prognosi dei malati
critici. Questi strumenti, insieme al giudizio clinico, rappresentano i migliori
mezzi attualmente disponibili per determinare la prognosi (11, 25–27). Bisogna
notare, comunque, che questi strumenti predittivi sono stati applicati soltanto
a pazienti che erano già ricoverati in ICU e non sono stati testati come sistemi
di screening pre-ammissione. La decisione di ricoverare un paziente in ICU può
essere basata su diversi modelli, utilizzando modelli parametrici di priorità,
diagnostici ed obiettivi. Vogliamo sottolineare che questi modelli sono
presentati come linee guida e ogni istituzione deve creare criteri specifici per
adattarsi alle loro specifiche necessità.
Modello di priorità
Questo sistema definisce coloro che potranno beneficiare maggiormente dalla
terapia intensiva (Priorità 1) da quelli che non ne trarranno alcun beneficio
(Priorità 4).
Priorità 1 : Si tratta di pazienti critici, instabili bisognosi di trattamenti
intensivi e di monitoraggio che non può essere realizzato fuori dalla ICU.
Questi trattamenti, abitualmente, includono la ventilazione meccanica,
l'infusione continua di farmaci vasoattivi, etc. I pazienti di priorità 1 i
pazienti non hanno generalmente limiti sull'entità della terapia che devono
ricevere. Esempi di questi pazienti includono pazienti in fase postoperatoria o
in insufficienza respiratoria acuta che necessitano di ventilazione meccanica, e
pazienti in shock o emodinamicamente instabili che ricevono monitoraggio
invasivo e/o farmaci vasoattivi.
Priorità 2: Questi pazienti richiedono un monitoraggio e possono potenzialmente
richiedere un intervento immediato. Non vengono generalmente fissati limiti
terapeutici per questi pazienti. Esempi includono pazienti con patologie
croniche che sviluppano severe malattie acute o patologie chirurgiche.
Priorità 3: Sono pazienti critici instabili, ma hanno una ridotta possibilità di
recupero a causa della malattia di base o per la natura della loro malattia
acuta. Questo tipo di pazienti possono ricevere un trattamento intensivo per
mitigare una malattia acuta, ma si possono porre limiti agli sforzi terapeutici,
come evitare l'intubazione o la rianimazione cardio-polmonare. Esempi includono
pazienti con neoplasie maligne complicate da infezione, tamponamento cardiaco, o
ostruzione delle vie aeree.
Priorità 4: Sono pazienti che generalmente non sono appropriati per essere
ricoverati in ICU. Il ricovero di questi pazienti dovrebbe avvenire su base
individuale in circostanze non usuali e a discrezione del responsabile della ICU.
Questi pazienti possono essere inquadrati nelle seguenti categorie:
A. Scarso o nessun beneficio anticipato dalle cure intensive in relazione al
basso rischio di interventi attivi che non potrebbero essere espletati in
sicurezza in altri reparti (troppo in buona salute per beneficiare della terapia
intensiva). Esempi includono pazienti con interventi di chirurgia vascolare
periferica, con chetoacidosi diabetica emodinamicamente stabili, con scompenso
cardiaco congestizio moderato, con overdose senza effetti sulla coscienza, etc).
B. Pazienti con malattie terminali e irreversibili in imminente pericolo di vita
(troppo gravi per beneficiare delle cure intensive). Per esempio: irreversibile
grave danno neurologico, insufficienza mutiorgano irreversibile, cancro
metastatizzato non responsivo alla terapia e/o alla terapia radiante (tranne che
il paziente si trovi in un protocollo specifico), pazienti con capacità di
prendere decisioni che rifiutano le cure intensive e/o il monitoraggio intensivo
e che ricevono soltanto assistenza caritatevole, soggetti in morte cerebrale non
donatori d'organo, pazienti in persistente stato vegetativo, pazienti che sono
stabilmente incoscienti, etc.
Modello diagnostico
Questo modello utilizza condizioni specifiche o malattie per determinare l'appropriatezza
del ricovero in ICU.
1. Sistema Cardiovascolare
A. Infarto miocardico acuto con complicazioni
B. Shock cardiogeno
C. Aritmie complesse richiedenti stretto monitoraggio ed intervento
D. Scompenso cardiaco congestizio acuto con insufficienza respiratoria e/o richiedente supporto emodinamico
E. Emergenze ipertensive
F. Angina instabile, associate ad aritmie, instabilità emodinamica o dolore toracico persistente.
G. Arresto cardiaco
H. Tamponamento cardiaco con instabilità emodinamica
I. Aneurisma dissecante dell'aorta
J. Blocco cardiaco completo
2. Sistema respiratorio
A. Insufficienza respiratoria acuta richiedente supporto ventilatorio
B. Embolia polmonare con instabilità emodinamica
C. Pazienti in una semi-intensiva che dimostra peggioramento respiratorio
D. Necessità di assistenza infermieristica/respiratoria non disponibile in aree a più minore livello assistenziale come il reparto di degenza o l'unità semi-intensiva
E. Emottisi massiva
F. Insufficienza respiratoria con intubazione imminente
3. Malattie neurologiche
A. Ictus acuto con alterazioni dello stato di coscienza
B. Coma: metabolico, tossico o anossico
C. Emorragia intracranica con possibilità di erniazione
D. Emorragia subaracnoidea acuta
E. Meningite con alterazioni dello stato di coscienza o compromissione respiratoria
F. Disordini del sistema nervoso centrale o neuromuscolare con deterioramento delle funzioni neurologiche o respiratorie
G. Stato epilettico
H. Pazienti in morte cerebrale accertata o presunta che devono essere trattati aggressivamente per determinare le condizioni di donatore d'organi
I. Vasospasmo
J. Pazienti con grave trauma cranico
4. Ingestione di sostanze tossiche ed
overdose farmacologica
A. Ingestione di farmaci che determinano instabilità emodinamica
B. Ingestione di farmaci con alterazione dello stato di coscienza e inadeguata protezione delle vie aeree
C. Convulsioni consecutive ad ingestione di farmaci
5. Disordini gastrointestinali
A. Emorragie gastrointestinali minacciose per la vita con ipotensione, angina, sanguinamento persistente o con patologie associate
B. Insufficienza epatica fulminante
C. Pancreatite severa
D. Perforazione esofagea con o senza mediastinite
6. Sistema endocrino
A. Chetoacidosi diabertica complicata da instabilità emodinamica, alterazione dello stato di coscienza, insufficienza respiratoria o acidosi severa
B. Crisi ipetiroidea o coma mixedemamatoso con instabilità emodinamica
C. Stato iperosmolare con coma e/o instabilità emodinamica
D. Altri problemi endocrini come crisi adrenergiche con instabilità emodinamica
E. Ipercalcemia severa con alterazioni del sensorio che richiede monitoraggio emodinamico
F. Ipo o ipernatriemia con convulsioni e alterazione della coscienza
G. Ipo o ipermagnesemia con compromissione emodinamica o aritmie.
H. Ipo o iperkaliemia con aritmie o debolezza muscolare
I. Ipofosfatemia con debolezza muscolare
7. Patologie
chirurgiche
A. Pazienti postoperatori che richiedono monitoraggio emodinamico/ventilatorio o estensiva assistenza infermieristica
8. Miscellanea
A. Shock settico con instabilità emodinamica
B. Monitoraggio emodinamico
C. Condizioni cliniche che richiedono assistenza infermieristica di tipo intensivo
D. Lesioni ambientali (folgorazione, annegamento, ipo/ipertermia
E. Terapie nuove/sperimentali con possibilità di complicazioni
Modello dei parametri
obiettivi
I criteri obiettivi sono stati richiesti, previsti e rivisti dai singoli
ospedali come parte del processo di revisione della Joint Commission on
Accreditation of Healthcare Organizations di particolari unità nel passato.
Mentre il processo di revisione è stato recentemente modificato (13), è
comprensibile che gli ospedali potranno continuare ad incorporare parametri
obiettivi come parte del criterio d'ammissione. I criteri elencati, sebbene
frutto di un consenso, sono per necessità arbitrari. Essi possono essere
modificati in relazione alle circostanze locali. Non sono disponibili dati che
dimostrano un miglioramento dell'esito usando criteri specifici.
1. Segni vitali
Frequenza cardiaca <40 or >150 battiti/min
Pressione arteriosa sistolica <80 mm Hg or 20 mm Hg al di sotto della pressione usuale del paziente
Pressione arteriosa media <60 mm Hg
Pressione arteriosa diastolica >120 mm Hg
Frequenza respiratoria >35 atti/min
2. Valori di laboratorio (di recente scoperta)
Sodio sierico <110 mEq/L o >170 mEq/L
Potassio sierico <2.0 mEq/L o >7.0 mEq/L
Pao2 <50 torr (6.67 kPa)
pH <7.1 o >7.7
Glicemia >800 mg/dL
Calcemia >15 mg/dL
Livelli tossici di
farmaci o di altre sostanze chimiche in un paziente con compromissione
emodinamica o neurologica
3. Radiografia/Ultrasonografia/Tomografia (di recente scoperta)
Emorragia vascolare cerebrale, contusione, o emorragia subaracnoidea con alterazioni della coscienza o segni neurologici focali
Rottura viscerali, vescica, fegato, varici esofagee, o d'utero con instabilità emodinamica
Aneurisma
dissecante dell'aorta
4. Elettrocardiogramma
Infarto miocardico con aritmie complesse, instabilità emodinamica o insufficienza cardiaca congestizia
Tachicardia ventricolare prolungata o fibrillazione ventricolare
Blocco cardiaco
totale con instabilità emodinamica
5. Segni obiettivi (inizio acuto)
Anisocoria in un paziente incosciente
Ustioni che ricoprono >10% della superficie corporea
Anuria
Ostruzione delle vie aeree
Coma
Convulsione continuate
Cianosi
Tamponamento
cardiaco
CRITERI DI DIMISSIONE
Le condizioni cliniche di un paziente ricoverato in ICU dovrebbero essere
riviste continuamente per identificare coloro che possono non richiedere cure
intensive a lungo.
A. Quando le condizioni cliniche del
paziente si sono stabilizzate e non è più necessario il monitoraggio e
l'assistenza intensiva
B. Quando le condizioni del paziente si sono deteriorate e non è più previsto un
intervento attivo, è appropriato il trasferimento ad un livello inferiore
d'assistenza
I criteri di dimissione dalla terapia intensiva dovrebbero essere simili
a quelli d'ammissione per il successivo livello assistenziale come quello
semi-intensivo dove disponibile (28). Non tutti i pazienti, tuttavia, richiedono
un'assistenza semi-intensiva dopo la dimissione dalla ICU.
TRIAGE
In condizioni ideali, i pazienti dovrebbero essere ammessi o dimessi in stretta
relazione con la loro potenziale possibilità di beneficiare dalla terapia
intensiva. Purtroppo, in molti casi, il numero dei potenziali pazienti di
terapia intensiva eccede i posti letto disponibili. E' necessario un metodo di
priorità o di selezione dei pazienti (11, 29). La selezione iniziale dei
pazienti può seguire le linee guida date nel modello di priorità per il
ricovero. In un ambiente dove i ricoveri in ICU sono rigorosamente selezionati
secondo il beneficio del paziente, e la dimissione è continua, il bisogno della
selezione è minimizzato.
Quando tutte le unità di intensiva e semi-intensiva sono piene, il responsabile
della ICU dovrebbe avere accesso a tutte le unità e possedere l'autorità di
ricoverare e dimettere pazienti da tutte queste unità. Le politiche di triage di
una istituzione dovrebbero essere fissate in anticipo. Le decisione sulla
selezione dei pazienti dovrebbero essere fatte in modo esplicito e senza
differenze. Origini etniche, razziali, di condizioni sociali, di preferenze
sessuali o economiche non dovrebbero mai essere considerate nelle decisioni di
triage. Tali scelte possono essere fatte senza il consenso del paziente o dei
familiari, e possono essere fatte nonostante l'anticipazione di un outcome
sfavorevole. Un medico non deve sentirsi obbligato a praticare un trattamento
che non è indicato dal punto di vista medico. Convinzioni morali o religiose
possono essere la base per fornire un trattamento "se i costi non sono sostenuti
dalla società e tale servizio non preclude il trattamento di altri pazienti che
potrebbero beneficiare dalla terapia intensiva" (30). Il tema del triage dei
pazienti critici è stato recentemente revisionato dal Comitato Etico della
Società di Terapia Intensiva (11). Il lettore si riferisca a questo documento
per una discussione più approfondita su questo argomento.
REVISIONE CRITICA DEI RISULTATI
La valutazione delle prestazioni e la revisione di una ICU dovrebbe includere le
regole di ammissione/dimissione e triage proprie di ogni unità. Un gruppo di
lavoro multiprofessionale dovrebbe rivedere le performance almeno annualmente.
Per revisionare adeguatamente le prestazioni in merito alle ammissioni,
dimissioni e triage e i processi decisionali, sarebbe estremamente utile un
database per risalire a queste e ad altre variabili. Outcome corrette per
severità dovrebbero essere utilizzate quando possibile, per minimizzare gli
effetti della gravità della malattia sulla mortalità, indipendentemente dalle
politiche di trattamento utilizzate. L'incidenza di pazienti a basso rischio
"monitorati-soltanto" può essere utilizzata per misurare l'efficienza del
processo di ricovero. Poichè sono già esistenti linee guida per limitare questo
tipo di ricoveri, bisogna seguire i pazienti inviati in altre aree per
assicurare l'equivalenza degli outcomes, la durata del ricovero, etc. Dovrebbe
esistere un meccanismo per revisionare i ricoveri richiesti che sono stati
negati per assicurare l'appropriatezza delle regole e dei processi decisionali.
I conflitti sulle dimissioni dovrebbero essere rivisti in modo da identificare
ed incorporare possibili miglioramenti nelle politiche di dimissione. Le
riammissioni in ICU per un problema simile dovrebbero essere attentamente
controllate poichè possono essere direttamente correlate alla qualità del
processo di dimissione (31–33). La qualità e l'efficienza di una ICU dovrebbe
essere continuamente esaminata e migliorata tramite questo processo.
Bisognerebbe incoraggiare studi che esaminino i criteri obiettivi per
l'ammissione e i benefici del ricovero in una ICU dovrebbero essere incoraggiati
per meglio definire un'utilizzazione appropriata di questa importante e costosa
risorsa.
RACCOMANDAZIONI AMMINISTRATIVE PER FACILITARE RICOVERI, DIMISSIONI E
L'EROGAZIONE APPROPRIATA DELLE CURE IN TERAPIA INTENSIVA
A. Personale
1. Un medico responsabile deve essere nominato che, in base alla preparazione,
interesse, capacità e disponibilità possa dare direzione clinica, amministrativa
ed educativa alla ICU. Il responsabile medico dovrebbe condividere le linee
guida per la definizione di un intensivista pubblicate dalla Società Americana
di Terapia Intensiva (34). Dovrebbe essere enfatizzata la collaborazione con gli
infermieri e gli ausiliari. Il responsabile dovrebbe assumersi la responsabilità
d'assicurare la qualità, la sicurezza e l'appropriatezza dell'assistenza in ICU.
Il responsabile deve collaborare con i responsabili di altre aree
dell'istituzione cosi che l'assistenza, il triage e il processo di cura sia
effettivo ed efficiente. L'autorità definitiva per l'ammissione, la dimissione
ed il triage della ICU resta quella del responsabile della ICU.
2. Un responsabile di una ICU ha la responsabilità di garantire che il paziente
rientri nei criteri di ricovero e di dimissione. Un formale riconoscimento del
ruolo del responsabile della ICU dovrebbe verificarsi tramite un percorso
ospedaliero prestabilito. Al responsabile dalla ICU è richiesta la conoscenza
dei modelli prognostici (11). Deve esistere una chiara procedura scritta per la
risoluzioni di conflitti relativa all'ammissione e alla dimissione dei pazienti
3. Il gruppo multidisciplinare di professionisti deve incontrarsi regolarmente
per identificare e risolvere i problemi tramite l'assicurazione della qualità e
le attività di miglioramento continuo di qualità.
RIASSUNTO
La ICU è in grado di fornire assistenza e cura efficiente ed efficace ai
pazienti critici implementando in modo appropriato le procedure e le politiche
di ricovero, dimissione e triage.
BIBLIOGRAFIA
Categorie di riferimento
(a). Studi prospettici,controllati, randiomizzati Randomized prospective,
controlled investigations
(b). Studi basati su coorti storiche, convergenti non randomizzati Nonrandomized,
concurrent or historical cohort investigations
(c). Articoli sullo stato dell'arte revisionati da esperti, revisioni,
editoriali o casistiche sostanziali
Peer-reviewed state of the art articles, review articles, surveys, editorials or
substantial case series
(d). Opinioni pubblicate non revisionate da esperti come affermazioni tratte da
manuali o pubblicazioni di organizzazioni ufficiali
Nonpeer-reviewed published opinions such as textbook statements or official
organizational publications
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