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Pre-eclampsia ed eclampsia : inquadramento nosologico, complicanze di interesse anestesiologico-rianimatorio
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Vincenzo Lanza, G. Di Fiore
Servizio di Anestesia e Rianimazione - Ospedale Buccheri La Ferla - Palermo
lanza@unipa.it
gdifior@tin.it
La
sindrome preeclampsia-eclampsia è una malattia multiorgano associata alla
gravidanza che insorge dopo la 20° settimana di gestazione.
Ha un’incidenza del
3% ed è cinque volte più frequente nelle giovani donne primipare al di sotto
dei 20 anni rispetto alle donne al di sopra dei 20 anni.
La
pre-eclampsia, che rimane la principale causa di morte in gravidanza nei paesi
sviluppati, presenta manifestazioni cliniche differenti (tabella1,
tabella 2) che possono
condurre a complicanze mortali quali: l’emorragia cerebrale, l’insufficienza
renale acuta, la rottura di un ematoma intraepatico, l’edema polmonare e
l’insufficienza cardiaca congestizia. Una piccola percentuale di pazienti con
pre-eclampsia esita in eclampsia che è la sindrome in cui alle manifestazioni
cliniche della pre-eclampsia si associano le convulsioni (tab.2), evento questo
che contribuisce al 10% della mortalità materna.
A. Manifestazioni cliniche classiche |
Gestazione: >20 settimane |
Ipertensione:
Diastolica : >110mmHg o >90mmHg per 2 gg o pressione arteriosa sistolica > 160mmHg |
Proteinuria: >300mg nelle 24 h |
B. Frequenti segni clinici o riscontri di laboratorio |
Segni fetali |
Ritardo della crescita |
Segni materni |
Eccessivo incremento ponderale |
Edema generalizzato |
Emolisi |
Ascite |
Trombocitopenia |
> Ematocrito - Ipoalbuminemia |
Iperuricemia |
> TGO/P |
Coagulopatia |
Tabella 2 - Definizione delle patologie eclamptiche ed assimilabili |
|||
Pre-eclampsia | H.E.L.L.P. Syndrome | Eclampsia | |
CLINICA | Ipertensione | Emolisi (aumento dell'aptoglobulina) |
Pre-eclampsia |
Proteinuria | Aumento degli enzimi di necrosi epatica: T.Bil>1.2, LDH>600 SGOT>70 | ||
Edemi periferici insorgenti dopo la 20° settimana di gravidanza | ipopiastrinemia:<100000 | ||
Incidenza |
2.6% di tutte le gravidanze; si ripete nel 20% | 4-12% di tutte le pre-eclamptiche | 0.056% di tutte le gravidanze |
Fattori di rischio |
|
||
Pre-eclampsia | H.E.L.L.P. Syndrome | Eclampsia | |
Segni clinici nelle sindromi severe | Pressione arteriosa sistolica > 160mmHg o Diastolica > 110mmHg | edema polmonare | |
proteinuria 2 g/die | morte fetale | ||
oliguria < 400 ml/die creatinina > 1.2 | shock emorragico | ||
mal di testa disturbi visivi |
insufficienza epatica | ||
edema polmonare |
Convulsioni |
||
ritardato accrescimento fetale | |||
aumento enzimi epatici trombocitopenia |
Diagnosi
differenziale con altri quadri ipertensivi osservabili durante la gravidanza
Mentre
per ipertensione cronica in gravidanza s’intende l’ipertensione preesistente,
senza riferimento all’eziologia, e presente prima della 20° settimana di
gestazione, l’ipertensione gestazionale indica ipertensione non associata a
proteinuria ed edema (tipici della pre-eclampsia) che si sviluppa durante le
ultime settimane di gravidanza o subito dopo il parto e regredisce nelle prime
due settimane dopo il parto (tab. 3)
Tabella 3 - Sindromi cliniche |
|||
CLINICA |
IPERTENSIONE
CRONICA |
IPERTENSIONE
GESTAZIONALE |
PREECLAMPSIA |
Epoca di comparsa |
< 20° settimana di
gestazione |
3° trimestre |
> 20° settimana di
gestazione |
Grado di ipertensione |
Medio o severo |
Medio |
Medio o severo |
Proteinuria |
Assente |
Assente |
Presente |
Uricemia > 5,5 |
Rara |
Assente |
Presente in quasi tutte |
Emoconcentrazione |
Assente |
Assente |
Presente se grado severo |
Trombocitopenia |
Assente |
Assente |
Presente se grado severo |
Alteraz. Funz. epatica |
Assente |
Assente |
Presente se grado severo |
Sono
stati implicati fattori immunologici e genetici nella eziopatogenesi della
preeclampsia –eclampsia. Una riduzione del flusso ematico uterino del 30-40%
sicuramente si osserva nelle pazienti preeclamptiche rispetto alle gravidanze
normali: ciò sembra essere dovuto ad un aumento delle resistenze dei vasi
uterini legato alle alterazioni della struttura endoteliale delle arterie
spirali del miometrio, che mantengono, a differenza delle gravidanze normali,
parte della loro tonaca muscolare. La lesione delle cellule endoteliali si associa
ad una riduzione della sintesi delle sostanze vasodilatatrici ed aumento della
sintesi di quelle vasocostrittrici ed ad un’alterata sintesi di fattori
anticoagulanti endogeni con aumento della attivazione piastrinica e della
coagulazione.
Le lesioni endoteliali sono anche responsabili della ipoprotidemia e
della conseguente riduzione della
pressione colloido-osmotica. Altro effetto della lesione endoteliale è lo
squilibrio della produzione e dei livelli della prostaciclina e del tromboxano
e serotonina spostando il bilancio dei fattori paracrini in favore della
vasocostrizione. Il rilascio di fattori endoteliali procoagulanti (interleuchine) e l'interazione tra endotelio a struttura alterata e piastrine
attivate determina un lieve grado di CID (coagulazione intravascolare
disseminata).
La malattia clinica in questo stadio è caratterizzata dallo sviluppo di ipertensione. Nella maggior parte dei casi la malattia evolve molto lentamente e le uniche manifestazioni cliniche rimangono l'ipertensione e la proteinuria. Lo sviluppo di una sindrome multiorgano costituisce la fase finale della malattia ed è espressione dell'ipoperfusione d'organo dovuta alla malattia diffusa del microcircolo (tabella 4)
Tabella 4 - CONFRONTO TRA
LE MODIFICAZIONI D'ORGANO DURANTE GRAVIDANZA NORMALE E LA PREECLAMPSIA |
||||
ORGANO | GRAVIDANZA NORMALE | PRE-ECLAMPSIA | SINTOMI | COMPLICANZE |
Endotelio | < RVP | > permeabilità capillare, trombosi, > tono vascolare | Edema, ipertensione | Ischemia ed insufficienza multiorgano |
Rene | > GRF e flusso ematico renale | Alterazioni Endoteliali cellule glomerulari |
Edema, proteinuria, ipoalbuminemia, < GRF e pressione colloido-osmotica |
Insufficienza renale acuta |
Fegato | < TGO/P | Necrosi epato-cellulare | Dolore epigastrico, nausea, > TGO/P | Insufficienza epatica, emorragia |
Coagulazione | Ipercoagulabilità | > ipercoagulabilità e consumo dei fattori della coagulazione | Emorragia | CID |
Volume plasmatico | > volume plasmatico, < pressione colloido osmotica (15%) | < volume plasmatico, << pressione colloido osmotica (30%) | > volume interstizio |
Ischemia d'organo, ipertensione
|
Placenta | Flusso ematico di 500ml/min | Ischemia placentare | Ritardo crescita intrauterina del feto, oligoidramnios | Infarti placenta, distacco di placenta |
Encefalo | Ischemia cerebrale | Cefalea | Convulsioni, infarto, emorragia | |
RVP = Resistenze vascolari periferiche GRF = Grado di Filtrazione
Glomerulare |
La diagnosi di preeclampsia nella sua fase
iniziale può essere difficoltosa poiché la fase prodromica è clinicamente
silente ed attualmente non esistono tests diagnostici altamente specifici e
sensibili da poter essere utilizzati come screening.
Una volta fatta diagnosi, la terapia mira
alla prevenzione delle complicanze. Purtroppo eclampsia senza proteinuria o
presentazioni inusuali di HELLP syndrome possono verificasi con un quadro
clinico di una lieve ipertensione.
Terapia antiipertensiva
La terapia antiipertensiva nella
preeclampsia è obbligatoria per la protezione del circolo cerebrale. Considerata
l’epoca di gestazione in cui si manifesta la preeclampsia risulta meno
problematica la somministrazione di farmaci antiipertensivi riguardo al loro
possibile effetto teratogeno.
L’idralazina,
un tempo considerato il farmaco di scelta per il trattamento dell’ipertensione
della preeclamptica non trova più indicazione per gli effetti collaterali
oramai accertati su una considerevole quota di pazienti trattate (vedi tab.
5)
Sicuramente
maggiore indicazione in queste forme di ipertensione trovano i Betabloccanti
(soprattutto atenololo e metoprololo) il cui esteso impego
clinico oramai li fa ritenere efficaci ed innocui per il feto. Qualche riserva
va posta sull’uso dell’esmololo (betabloccante cardioselettivo ad azione
ultrabreve), la cui minore esperienza clinica sulle gestanti e qualche
segnalazione di ipossiemia fetale in studi condotti sugli animali ne
sconsigliano l’uso routinario Il labetololo è un farmaco ad azione beta
bloccante non selettiva ed alfa1 selettiva a livello post sinaptico, con scarsi
effetti collaterali sulla madre, innocuo per il feto e può essere utilizzato
con boli ev di 10-20 mg fino ad un totale di 1-3 mg/Kg. Fra i
calcio-antagonisti, in particolare la nifedipina somministrata per os
(da 10 mg ogni 6 ore fino ad un massimo di 20 mg ogni 4 ore gocce sublinguali )
risulta efficace e migliora il flusso ematico uterino e l’ossigenazione del
feto. La sua azione miorilassante si esercita oltre che sulla muscolatura
vascolare anche sulla muscolatura uterina (effetto tocolitico).
In caso di ipertensione severa non rispondente alla terapia convenzionale si
può ricorrere anche all’infusione ev di farmaci antiipertensivi potenti ad
azione rapida come il nitroprussiato di sodio e la nitroglicerina tenendo conto
che in questi casi la terapia risolutiva è il parto e la rimozione della
placenta.
Tabella 5 - Farmaci somministrabili per via endovenosa in caso di ipertensione severa |
|||||
FARMACO |
Onset (min) |
Durata azione |
Effetti sul flusso utero/
placentare |
Vantaggi |
Svantaggi |
LABETALOLO |
1-2 |
2-3 ore |
Migliora flusso ematico
uterino e placentare |
Maneggevole, basso rischio di
ipotensione brusca, non determina bradicardia e sofferenza fetale, diffusione
clinica estesa |
Variazione ampia dose
efficace, inefficace somministrato da solo, controindicato in asma, BPCO ed
insufficienza ventricolare sn |
NITROGLICERINA |
< 2 |
Pochi min. |
Effetto discutibile in
funzione della volemia della gestante |
Onset e durata
breve |
Necessità di perfusione ev
continua, monitoraggio pressione arteriosa cruenta, variabilità della
risposta con alta percentuale di insuccesso (>60%), nausea e vomito, <
indice cardiaco e trasporto di O2 |
NITROPRUSSIATO |
< 1 min |
Pochi min. |
Nessun effetto collaterale
negativo tranne se ipotensione severa |
Potente,
affidabile, nessun effetto negativo sul feto |
Alto rischio di ipotensione: à necessità di monitoraggio press. art. cruenta, > pressione intracranica, tossicità da cianuro (trascurabile se uso a breve termine e per inf. < 3 mcg/Kg/h |
Nei casi di eclampsia più grave,
solo se possibile monitorizzare bene la gestante è consigliabile lasciare
proseguire la gravidanza fino a quando lo sviluppo e le dimensioni del feto
consentono la sopravvivenza extrauterina. Nei casi gravi di preeclampsia o
nelle sindromi HELLP si deve procedere alla stabilizzazione della paziente e
alla rapida estrazione del feto: infatti il proseguimento della gestazione in
tali condizioni è gravato da un’alta incidenza di gravi complicanze per la
madre e per il feto. In queste pazienti le convulsioni insorgono spesso
durante il travaglio ponendo grossi problemi terapeutici. Sebbene più
raramente, la diagnosi differenziale va posta con l'esistenza di un tumore
cerebrale .In un caso occorso alla nostra osservazione in una paziente di 40
anni, ricoverata per parto gemellare da inseminazione artificiale, il quadro
epilettico era sostenuto da una turbercolosi cerebrale. L'incidenza della
pre-eclampsia nel nostro ospedale e l'outcome delle pazienti è riportata in tabella
6
Tabella
6 - Ricoveri di pazienti ostetriche (GENNAIO 1989-DICEMBRE 1999) in rianimazione
(ICU) |
||||
|
GRAVIDANZE NORMALI
|
PRE-ECLAMPSIA |
HELLP |
TOT. |
NUMERO DI PAZIENTI
|
21537 |
346 |
14 |
21897 |
PAZIENTI CON
CONVULSIONI * |
1 |
5 |
2 |
8 |
PAZIENTI IN ICU
|
8 |
15 |
8 |
24 |
GIORNI IN ICU
(MEDIA) |
14 |
3,5 |
12 |
|
OUTCOME |
FAVOREVOLE |
FAVOREVOLE |
FAVOREVOLE |
|
*PRE-ECLAMPSIA +
CONVULSIONI = ECLAMPSIA |
Prevenzione delle manifestazioni comiziali nei soggetti a rischio ma non
affetti da epilessia
La
prevenzione va fatta nelle pazienti che presentano sintomi di pre-eclampsia. In
queste pazienti va monitorizzato due mesi prima del parto il tracciato EEG con
registrazioni settimanali
-L'insorgenza
di anomalie quali presenza di ritmo delta
può essere motivo sufficiente per una prevenzione farmacologica da
effettuare con magnesio solfato o idantoina (vedi più avanti.).
-L'insorgenza
di convulsioni non sembra invece correlata ai valori di pressione arteriosa
delle pazienti.
-Lo
stato di idratazione va valutato attentamente ,giacché la pre-eclampsia si
accompagna a disidratazione che può essere epilettogena se l'osmolarità ematica
supera i 310 mOsm/l..
A
queste misure profilattiche va aggiunta la somministrazione di vitamina K,
nell'ultimo mese di gravidanza sia nelle pazienti in terapia con
anticonvulsivanti sia in quelle con pre-eclampsia.
Tabella
7 - Farmaci usati nel trattamento delle forme eclamptiche e nelle patologie
correlate. |
||||
Farmaco |
Dose di carico |
Mantenimento |
Effetti
terapeutici |
Effetti
collaterali |
Magnesio (MgSO4
50%) |
12
ml (= 6 g) in 100 ml NaCl 0.9% I.V. (15 min.) |
2 g/Hr infusione (25 g MgSO4 / 300 ml NaCl 0.9%) 25ml/Hr |
Controllo delle convulsioni Range Terapeutico 2 - 4 mmol/l |
Livelli plasmatici 5 mmol/l : <riflessi tendinei 7.5 mmol/l : alterata conduzione cardiaca, arresto respiratorio > 10 mmol/l :arresto cardiaco CaCL2 10 % 5 - 10 ml iv , O2 con maschera |
Idantoina
(aurantin 150mg/f) |
2ff
IV (5mins) |
200-400mg |
Controllo delle
convulsioni Range Terapeutico 10-20ng/ml |
|
L'anestesista
si trova a dover trattare manifestazioni epilettiche soprattutto al momento del
parto, molto più raramente si trova ad affrontare dei casi di male epilettico
insorto durante i primi mesi di gravidanza. Le manifestazioni epilettiche
assumono carattere di particolare gravità soprattutto nelle pazienti
pre-eclamptiche o con HELLP sindrome poiché oltre al trattamento delle
convulsioni richiedono un taglio cesareo (7) . L'anestesista si trova così ad
affrontare un'anestesia su una paziente spesso giunta da poco in ospedale ed in
preda a crisi convulsive subentranti. Queste pazienti possono presentare un
rischio anestesiologico che va ben oltre la problematica epilettica.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non sempre è necessaria
un'anestesia generale, ma la somministrazione di propofol per sedare le crisi
può essere seguita da un'anestesia regionale.
L'insorgenza
di crisi epilettiche in gravide non affette da epilessia deve sempre
indirizzare verso una patologia eclamptica .In quest'ultimo caso il parto resta
la terapia più efficace per il trattamento definitivo delle crisi. Magnesio
solfato, propofol, tiopentone e idantoina restano i capisaldi del trattamento
acuto delle crisi convulsive.
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death. In: Royston E. Armstrong S. (eds) Preventing maternal deaths - World
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75-106Ramanathan-J.
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Pijnemborg R. et al.: Placental bed
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