ISSN 1080-3521
EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY
and
CRITICAL CARE MEDICINE - Italia -
Il giornale Italiano online di anestesia Vol 7 n° 03 Marzo 2002
Vincenzo Lanza, MDServizio di Anestesia e RianimazioneOspedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli Palermo, ItalyE-mail: lanza@mbox.unipa.it |
Keith J Ruskin, MDDepartment of Anesthesiology Yale University School of Medicine333 Cedar Street, New Haven, CT 06520 USAE-mail: ruskin@gasnet.med.yale.edu |
Copyright (C) 1997 Educational Synopses in Anesthesiology and Critical Care Medicine. All rights reserved. Questo rivista on-line può essere copiata e distribuita liberamente curando che venga distribuita integralmente, e che siano riportati fedelmente tutti gli autori ed il comitato editoriale. Informazioni sulla rivista sono riportate alla fine |
In questo numero:
ATTI CONGRESSUALI ONLINE IX ESRA - ITALIAN CHAPTER CONGRESS 2002
1 - Schemi terapeutici in sicurezza: Oppioidi. - G. Savoia2 - Schemi terapeutici in sicurezza: Adiuvanti. - P. De Negri
3 - Regional anesthesia in Pain-free Hospital / ALR nell'ospedale senza dolore - A. Paolicchi
4 - Regional anaesthesia in Pain-free Hospital / In Pediatria. - A. Messeri
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ATTI CONGRESSUALI ONLINE IX
ESRA - ITALIAN CHAPTER CONGRESS
La redazione di Esia-Italia è lieta di
presentare online gli atti del IX Congresso Nazionale ESRA (European Society of
Regional Anaesthesia) - Italian Chapter, tenutosi nel Novembre 2002 a Torino. I
presidenti, il comitato organizzatore e il comitato scientifico hanno promosso
questa iniziativa della pubblicazione dei lavori congressuali sul web,
attraverso ESIA. Infatti da una parte essa si inscrive tra gli scopi di
costituzione del gruppo ESRA, teso alla divulgazione delle conoscenze
sull'anestesia loco-regionale e alla sua sempre più ampia applicazione nei
diversi settori clinici, sottolineando i concetti di "Sicurezza e
Outcome" che hanno permeato l'intera attività congressuale, dall'altra si
incontra con le finalità di formazione scientifica e tecnica di ESIA-ITALIA,
che sfrutta le potenzialità di diffusione e l'immediatezza di approccio,
proprie di Internet.
Pertanto Esia-Italia dedica alcuni suoi numeri alla pubblicazione dei lavori
congressuali e delle comunicazioni migliori, riconosciute dal comitato ESRA. In
ogni caso la redazione di Esia-Italia non si riterrà responsabile di errori o
di omissioni ravvisabili nei testi prodotti nè dell'eventuale impropria
utilizzazione delle tecniche descritte.
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ESRA 2002 Italian Chapter - Relazioni
G. Savoia*, M. Loreto**, C. Fittipaldi **
*IV Servizio di Anestesia e Rianimazione Pediatrica- A.O.R.N ."A.
Cardarelli"-Napoli
**Scuola di Specializzazione in Anestesiologia e Rianimazione- Seconda
Università degli studi di Napoli (SUN)
Gli oppioidi sono farmaci comunemente utilizzati in anestesia loco-regionale, svolgono la loro azione interagendo con specifici recettori localizzati in punti strategici del SNC dove modulano la risposta al dolore (sostanza grigia periacquedottale, rafe mediano, sostanza gelatinosa corna posteriori midolli spinale, etc). E’ possibile discriminare farmacologicamente vari tipi di recettori:
m, k, d, che presentano diversa distribuzione a livello del sistema SNC (tabella 1):A livello delle corna dorsali del midollo spinale
(specialmente della sostanza gelatinosa) i recettori per
gli oppioidi controllano l’attività dei neuroni encefalinergici discendenti
che modulano la via spinotalamica del dolore (1).
L’iniezione intratecale o extradurale degli oppioidi ha un effetto prevalente
proprio a livello spinale; analgesici forti come morfina,
metadone, fentanyl, sufentanil ed alfentanil sono, infatti,
tutti agonisti dei recettori
Caratteristiche farmacocinetiche
Gli oppioidi sono basi deboli che, in soluzioni acquose, sono dissociati in protoni e basi libere. Tutti gli oppioidi si legano alle proteine plasmatiche, la frazione non-ionizzata e non legata costituisce la frazione diffusibile (tabella 2) (2).
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Diversi fattori e principalmente la lipofilia, lo stato di
ionizzazione, la dose, la modalità di somministrazione ed
il volume del farmaco utilizzato sono in grado di modificare i parametri
farmacocinetici (3).
I fattori che influenzano l’onset-time e la durata dell’effetto analgesico
sono la liposolubilità della sostanza utilizzata, la
frazione di dissociazione del farmaco dai recettori e l’accumulo del
farmaco nel grasso peridurale.
Farmaci altamente ionizzati e idrosolubili, come la morfina, somministrati per
via intratecale, raggiungono concentrazioni elevate nel
CSF ma diffondono lentamente ai recettori per gli oppioidi;
nella somministrazione epidurale il comportamento di tali farmaci è
lo stesso ed in più va considerata anche la loro diffusione nello spazio
epidurale; per quanto riguarda la morfina l’assorbimento
in circolo, dopo somministrazione spinale, è rapido ed in
breve tempo essa raggiunge livelli di picco plasmatico; solo piccole quantità
di morfina non ionizzata sono trasportate rostralmente con
il flusso del CFS e aumentano l’effetto analgesico
perché la morfina raggiunge le strutture sopraspinali. La morfina, come paradigma
dei farmaci oppioidi ad elevata idrofilia, presenta quindi: lenta comparsa e lunga
durata dell’azione, diffusione dermatomerica e comparsa di depressione
respiratoria tardiva.
Farmaci liposolubili, ionizzati, si ritrovano a basse concentrazioni nel CSF per
il loro rapido assorbimento sistemico; l’elevata
liposolubilità facilita l’accesso rapido nel midollo spinale dove
legano i recettori per gli oppioidi e siti non specifici ma da cui fuoriescono rapidamente.
Per esempio: il fentanyl (che è ionizzato per più del 90% a ph 7,4) ha una comparsa
più rapida dell’azione ed una durata minore dell’analgesia rispetto alla
morfina, il sufentanil ha una liposolubilità simile a
quella del fentanyl ma essendo meno ionizzato ha una
maggiore durata d’azione per la persistenza nei siti di legame del midollo
spinale e l’elevata affinità per i recettori m.
Considerazione degna di nota è il fatto che i farmaci somministrati
per via epidurale vengono assorbiti rapidamente in circolo attraverso le vene vertebrali
che scaricano nell’azygos, per cui nei soggetti che hanno una pressione intratoracica
aumentata e quindi un flusso spinale aumentatao nella vena azygos, si ha un assorbimento
maggiore del farmaco in circolo mentre una quantità minore resta disponibile
per il trasferimento attraverso la dura al midollo spinale. Per quanto riguarda metabolismo
ed escrezione: gli oppioidi vengono trasformati in gruppi polari ed escreti per via
renale, quelli che presentano gruppi ossidrilici nella loro struttura vengono metabolizzati
per coniugazione con acido glucuronico, gli esteri vengono metabolizzati da esterasi
tissutali.
Importanza delle caratteristiche fisico-chimiche
La penetrazione degli oppioidi nel SNC e quindi il legame ai recettori e la possibilità di esplicare le proprie funzioni varia da molecola a molecola, in base alle differenti caratteristiche fisico-chimiche (tabella 3). Per quanto riguarda la liposolubilità è definitivamnete accertato che per o/a da 128 a 560 la diffusibilità risulta essere migliore (fentanyl, sufentanil) , fa eccezione l’alfentanil che possiede bassa liposolubilità compensata però da un piccolo Vdss che gli permette di raggiungere rapidamente concentrazioni plasmatiche all’equilibrio plasma/cervello.
Quali farmaci?
Morfina (pKa 7.9, fraz. diffusibile: 16% a pH 7.4) dopo somministrazione intratecale diffonde al midollo spinale solo una quota pari al 5% e lentamente ai vasi sanguigni circostanti, per questo motivo la scomparsa della morfina dal CSF ha un’emivita di circa 3 ore. Si può avere diffusione rostrale e la morfina può raggiungere i centri che controllano il respiro ed il pavimento del 4° ventricolo, dopo alcune ore dalla somministrazione. Dopo somministrazione epidurale la situazione è più complessa dal momento che l’uptake vascolare è più rapido e la via di diffusione ai recettori spinali è indiretta; occorrono dosi maggiori per raggiungere un’analgesia adeguata e le concentrazioni plasmatiche raggiungono facilmente livelli clinicamente significativi.
Fentanyl (pK 8.4, fraz. diffusibile: 1,7% a pH 7.4) E’ un oppioide caratterizzato da elevata liposolubilità (coefficiente di ripartizione ottanolo/acqua: 813), buon legame proteico (albumine, glicoproteine e lipoproteine). Dopo somministrazione intratecale, la diffusione al midollo della forma non-ionizzata è rapida, diffonde la tessuto grasso e l’uptake sitsemico è relativamente rapido: durata d’azione più breve della morfina e minori rischi di diffusione rostrale). Dopo somministrazione epidurale raggiunge facilmente il CSF e dà analgesia in 10-15 minuti. Sono però necessarie dosi maggiori poiché parte del fentanyl arriva a livello sistemico dai vasi sanguigni peridurali e di qui diffonde ai tessuti per cui le concentrazioni plasmatiche si mantengono comunque basse.
Sufentanil (pKa 8.0, fraz. diffusibile: 1.4% a pH 7.4) Tra tutti gli oppioidi disponibili è quello che presenta la più alta specificità per i recettori
m, ha una potenza 8-10 volte maggiore del fentanyl.. Presenta elevata liposolubilità e grande affinità per le proteine plasmatiche. Ha un volume di distribuzione (Vd) simile al fentanyl ma emivita più breve.Alfentanil (pKa 6.5, fraz. diffusibile: 7.1%) L’alfentanil differisce dagli altri oppioidi per particolari caratteristiche: rapido onset-time e breve durata d’azione; anch’esso come il sufentanil è un potente m-agonista e ha un buon legame alle proteine plasmatiche.
Quale via?
La tecnica di somministrazione spinale degli oppioidi (sia
essa epidurale, subaracnoidea o intraventricolare) può
essere eseguita attraverso catetere percutaneo o tunnellizzato, collegato,
a sua volta, ad un terminale esterno, ad una porta sottocutanea o ad una pompa sottocutanea
totalmente impiantata, e permette l’infusione del farmaco in maniera continua o
intermittente (boli), o PCEA (con o senza infusione continua) in fase intra e postoperatoria
(gestione del dolore).
La scelta tra somministrazione epidurale o subaracnoidea è determinata dalle
condizioni fisiche del paziente (età, stato di coscienza,
osteoartrosi, assetto emocoagulativo, etc), dall’abilità
dell’esecutore, dalla durata e dal tipo di intervento (urgente o d’elezione)
a cui deve essere sottopposto. La comparazione dei dati,
derivanti da studi condotti per valutare l’efficacia
analgesica dopo somministrazione di oppioidi per via epidurale o subaracnoidea o
intracerebroventricolare, suggerisce pari efficacia delle diverse vie di
somministrazione (4-8).
Quale dose?
La dose adoperata per la somministrazione spinale dipende dal tipo di somministrazione e dalla terapia che viene impostata, essa viene modificata in base all’effetto prodotto ed alla tossicità:
epidurale: 20% della precedente dose sistemica (mg/24 hr);
subaracnoidea: 2% della precedente dose sistemica (mg/24 hr);
Sono stati condotti anche trials clinici per valutare l’efficacia della somministrazione spinale di soli oppioidi oppure di oppioidi in associazione ad altri farmaci, la combinazione di oppioidi ad analgesici non-oppioidi e talora ad anestetici locali è risultata più efficace in particolare per il controllo del dolore neuropatico o di tipo acuto, i dati non sono comprensivi, però, della tossicità legata a questi tipi di associazioni (6, 9-14).
Misure di sorveglianza
Secondo le linee guida SIAARTI sul controllo del dolore postoperatorio sono da prendere in considerazione le seguenti misure di sorveglianza (15-20):
II livello
Si raccomanda:
III livello
Si raccomanda:
ricovero in ambiente protetto ove vi sia la possibilità di monitoraggio orarioVa adottato un programma di informazione ed educazione permanente del personale (medico e non medico) che deve essere in grado di riconoscere prontamente e trattare con tempestività ed efficacia l’insorgere di effetti collaterali e/o di gravi, anche se rarissime, complicanze come le sindromi compartimentali, la migrazione intratecale del catetere peridurale, l’ematoma peridurale e l’ischemia midollare.
Gli oppioidi sono utili per migliorare l’outcome?
Non vi sono, allo stato attuale, evidenze scientifiche che
dimostrino un outcome migliore nei pazienti trattati con
oppioidi spinali da soli nei confronti dei pazienti trattati con anestetici
locali in associazione o meno con oppioidi; è certamente dimostrata la superiorità
"clinica" delle associazioni tra anestetici locali a bassa
concentrazione ed oppioidi a basse dosi in termini di
ripresa della mobilità, dell’alimentazione, di ridotta incidenza
di infezioni respiratorie e di riduzione dei costi e delle degenze in Unità di Terapia
Intensiva (21).
Infine, in termini di sicurezza, è confermata la bassa incidenza di effetti
collaterali imputabili all’uso degli oppioidi per via
spinale.
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postoperative analgesic therapies on
2 - FARMACI ADIUVANTI IN ANESTESIA REGIONALE
P. De Negri, P. Modano, T. Tirri, G. Ciampo - U.O.
Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica
Centro di Riferimento Oncologico della Regione Basilicata - Ospedale Oncologico
Regionale
Rionero in Vulture (PZ)
L’anestesia regionale si basa sulla somministrazione di anestetici locali che nella fase perioperatoria assicurano :
Purtuttavia alcuni dei suddetti fenomeni possono rivestire un
aspetto negativo nel periodo postoperatorio: il blocco
motorio rappresenta un elemento sfavorevole se si richiede
una mobilizzazione precoce; il blocco parziale dell’attività
simpatica può essere causa di ipotensione.
Sono stati quindi utilizzati vari adiuvanti per consentire la riduzione del dosaggio
degli anestetici locali e quindi degli effetti collaterali ad essi secondari.
Prima di somministrare un nuovo farmaco per via spinale, sono comunque richieste
numerose valutazioni tossicologiche sugli animali.
Il primo adiuvante ed il più largamente utilizzato è rappresentato dall’adrenalina,
seguito quindi dagli oppioidi, dagli alfa 2 adrenergici agonisti (clonidina),
dagli inibitori delle colinesterasi (neostigmina), dai NMDA antagonisti,
dall’adenosina; gli adiuvanti sono stati utilizzati da soli e/o in aggiunta
agli anestetici locali sia nei blocchi centrali che nei blocchi nervosi periferici.
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