Amanita phalloides

Amanita verna

Amanita virosa

L'Amanita phalloides o Tignosa verdognola è uno dei tre funghi, con l'Amanita verna e l'Amanita virosa della specie amanita altamente velenoso e sicuramente mortale !

Questi funghi, insieme ad altri della specie Lepiota (helveola, subincarnata) sono responsabili della sindrome falloidea, che rappresenta l'unica forma di epatite tossica grave di origine alimentare in Europa. Ha una mortalità elevata (10%), un tempo di incubazione lungo e silenzioso che va dalle 6 alle 48 ore. L'ingestione di una sola Amanita phalloides (circa 50 g oppure 25 mg di tossina) può portare a morte un adulto.

L'amanita phalloide si trova, dalla tarda primavera all'autunno, nei boschi di conifere e cupulifere e sembra prediligere i querceti.

Tossicità

La tossicità è determinata da un gruppo di ciclopeptidi chiamati amatossine, le fallotossine hanno un ruolo limitato nelle intossicazioni falloidee. L'organo bersaglio principale della tossina è il fegato, dove si lega agli epatociti determinando un blocco della trascrizione del DNA in RNA e quindi necrosi cellulare. A livello intestinale hanno azione diretta sulla mucosa con conseguente gastroenterite acuta grave e gravi alterazioni della flora batterica intestinale

Cinetica

Le tossine vengono assorbite e permangono per 36 ore in circolo, vengono eliminate dal rene con processo di filtrazione, senza riassorbimento tubulare, sono presenti nell'aspirato gastroduodenale a 60-72 ore dall'ingestione.

Sintomatologia

Può evolvere in tre fasi:

1) Fase di latenza: In media dura 12 ore ed è caratterizzata dalla totale assenza di sintomi
2) Sindrome coleriforme:
3) Danno epatico:

2) Sindrome coleriforme:

Si tratta di una gastroenterite acuta (vomito, dolori addominali, diarrea),che dura in media tre giorni, ma che nei casi gravi si può protrarre fino a 10 giorni. Le caratteristiche di gravità sono, l'intensità, la durata, la resistenza alla terapia sintomatica e le complicazioni metaboliche (sqilibrio idroelettrolitico, disidratazione e tachicardia, che se non prontamente corretto può portare collasso, insufficienza renale acuta, shock e a morte).

Diagnosi:
L'anamnesi di ingestione di funghi, l'eventuale intossicazione collettiva, la tipica sintomatologia coleriforme a distanza di 8 ore, i resti di funghi identificati come appartenenti alla famiglia delle Amanite. L'esame delle urine può essere fatto in due ore con metodo radioimmunoassay (RIA). Il prelievo va fatto il più precocemente possibile, nel periodo nel quale la tossina è alla massima concentrazione nel sangue; la positività del test conferma la diagnosi, mentre la sua negatività non ha valore di certezza di esclusione. L'aumento degli enzimi epatici del periodo del danno epatico non rappresenta una sintomatologia specifica, ma insieme ad altri dati può essere fortemente indicativo del tipo di intossicazione.


3) Danno epatico:

E' caratterizzato da aumento delle GOT e GPT a partire da 24-48 ore dall'ingestione che è correlato alla gravità dell'intossicazione. In terza giornata si assiste ad una riduzione dell'attività protrombinica, che può cadere anche al di sotto del 10% , si ha iperbilirubinemia ed iperammoniemia, ipoglicemia. Di solito in quarta, quinta giornata si hanno due possibilità graduale normalizzazione dei valori bioumorali epatici con guarigione del paziente persistenza dei bassi valori di attività protrombinica, caduta degli enzimi (GOT e GPT) segni di necrosi epatica massiva. Infine aumento dell'aminoacidemia, coma epatico, convulsioni, emorragie irrefrenabili.

TRATTAMENTO La somministrazione precoce e prolungata di N-acetilcisteina è risultata di buona efficacia preventiva e terapeutica del danno epatico .
1) EVACUATIVO Catarsi salina (anche se presente diarrea) con solfato di Na o di Mg 0,3g/kg seguita da somministrazione di carbone attivo 0,5g/kg ogni 4 ore per tre giorni.
2) SINTOMATICO Prevenzione dello shock da perdita di liquidi ed elettroliti, con rimpiazzo volemico ed idroelettrolitico, amine simpaticomimetiche. Trattamento del danno epatico.
3) EPURATORE La dialisi verrà praticata in caso di insufficienza renale acuta.
4) SPECIFICO Non vi è alcuna prova obiettiva dell'efficacia della terapia specifica: Neomicina adulti 1gx4 per 4 giorni. Agisce esplicando un'azione battericida sulla flora intestinale proteolitica e di conseguenza diminuendo l'assorbimento intestinale di NH3. Se non è possibile utilizzare la via orale, penicillina G a dosi di 2 milioni di unità/die in bolo unico per tre giorni o meno se il vomito si arresta, durante la fase coleriforme e del danno epatico. La penicillina ha le stesse indicazioni della neomicina, inoltre agirebbe inibendo la fissazione delle amatossine (Vesconi ed altri 1985) sui recettori degli epatociti. La diuresi forzata 1l di liquidi ogni 10kg si rivela utile perché le amatossine sono presenti nelle urine fino a 48-60 ore dall'ingestione.